Un racconto di resilienza 

Claudia vive nella frazione di Giove, a Muccia, nelle Marche. Con il marito, un ex impiegato comunale ora in pensione, e i loro tre figli, gestisce un’impresa di salumi artigianali, un’attività che da anni rappresenta una fonte di sostentamento e un legame con le tradizioni locali. 

Nel 2016, il terremoto che ha colpito il centro Italia ha sconvolto la loro vita. “All’inizio, dopo il terremoto, eravamo tutti uniti,” ricorda Claudia. “Ci sostenevamo a vicenda, eravamo tutti insieme.” 

Tuttavia, con l’arrivo delle SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza), la comunità si è dispersa.
Le famiglie sono state allocate in casette prefabbricate, spesso lontane le une dalle altre e accanto a persone sconosciute. Questo ha portato a un senso di isolamento crescente. “Ognuno si è trovato a vivere in modo diverso,” dice Claudia. “Non eravamo più vicini come prima.” 

La situazione è peggiorata con la pandemia di Covid-19. Le restrizioni hanno ulteriormente limitato i contatti sociali, creando un clima di chiusura. “Non si è più usciti,” racconta Claudia.  

Solo a luglio di quest’anno, dopo otto anni di attesa, sono iniziati i lavori per la loro casa. Ma nel frattempo, i figli di Claudia sono cresciuti, “I miei figli non vivono più con noi, sono grandi.”  

Nelle aree più colpite dal sisma del Centro Italia del 2016 siamo intervenuti con il progetto RETI che mira a migliorare l'accessibilità dei servizi supportando le persone più vulnerabili con servizi itineranti e domiciliari e aiutandole a reintegrarsi nel mercato del lavoro. Inoltre, il progetto sostiene le imprese locali per rafforzare il tessuto socio-economico e promuove attività ricreative per contrastare l'isolamento e migliorare la coesione sociale. 

Claudia e la sua famiglia aspettano ora di rivedere ricostruita non solo la loro casa, ma anche il senso di comunità che il terremoto e la pandemia hanno messo a dura prova. É proprio questo uno degli aspetti su cui lavoriamo da anni supportando la cittadinanza dei territori colpiti dai sismi, e chiedendo alle istituzioni il loro coinvolgimento nei progetti di ricostruzione e prevenzione, come fatto ad esempio in occasione della campagna #Sicuriperdavvero.