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Il mio nome era Alessandra e non avevo nessuno nella mia vita. Tranne un marito che mi picchiava, botte, schiaffi e la paura di non sopravvivere alla fine di ogni singolo giorno della mia vita.
Poi ho avuto qualcuno: la mia piccola Sara, una bambina che cresceva dentro di me. Quando è nata lei è nata anche la forza per dire basta. Così sono scappata, con tutte le mie energie e sono stata accolta in un Centro Antiviolenza che lui non avrebbe mai potuto trovare.
Sono arrivata con la mia piccola di soli 25 giorni, non avevo nulla e ho dovuto lasciare anche il nome: ora non mi chiamo più Alessandra e la mia vita è cambiata. E sono felice perché oggi ho tanto, tutte le persone che mi stanno aiutando qui – anche con il corredino e il latte - la mia Sara e un futuro per noi due. Non posso immaginare cosa ci potrebbe accadere se il Centro Antiviolenza che adesso chiamiamo casa dovesse chiudere.
Tornerò a essere Alessandra, la moglie picchiata? E ora a me si aggiungerebbe anche mia figlia? Il Centro Antiviolenza è tutto per noi in questo momento. Chiuderlo significherebbe tornare a non avere più nulla.