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Terremoto in Turchia e Siria, un anno dopo
A un anno dai devastanti terremoti che hanno colpito il sud della Turchia e il nord-ovest della Siria, uccidendo oltre 55.000 persone, sono le donne rifugiate dalla Siria sopravvissute a oltre 12 anni di conflitti e difficoltà, che tengono unite le famiglie e assumono nuovi ruoli e responsabilità per costruire la ripresa sociale e economica.
Per Najla'a Al Sheikh, una donna di 45 anni che ha fondato il rifugio e associazione per donne Kareemat, l'ultimo anno è stato difficile. Kareemat è il partner locale di ActionAid in Turchia e sostiene principalmente le donne siriane colpite dal terremoto.
"Quando c'è stato il terremoto, sono uscita di casa in pantofole e senza hijab al freddo; nevicava. Mi sono resa conto che le donne portavano il peso più grande e, anche se avevamo a che fare con un trauma, dovevamo comunque prenderci cura dei bisogni delle nostre famiglie" spiega Najla'a. Una delle sfide (dopo il terremoto) è che le famiglie hanno perso il lavoro, anche se era informale, molte donne sono rimaste vedove senza fonti di reddito. Ciò è stato aggravato dall'aumento dei prezzi, che ha portato le persone a non poter fare fronte ai crescenti bisogni familiari, come le medicine, la ricostruzione delle case, c’è chi doveva ripartire da zero", ha aggiunto.
Lavorando con donne volontarie, Kareemat ha offerto nell'ultimo anno corsi di formazione alle donne siriane per permettere l’emancipazione economica. "Le formiamo sull'artigianato, ma anche su alcuni mestieri specifici per le donne, in modo che possano guadagnarsi da vivere e provvedere alle loro famiglie. Offriamo anche supporto psico-sociale alle donne che affrontano il trauma del terremoto", ha aggiunto Najla'a.
Shadia Abdou, una delle tirocinanti di Kareemat, è una giovane malata di cancro che ricorda di essere passata dalla disperazione del terremoto alla speranza di un futuro migliore: "Sono rimasta devastata nell'apprendere di avere il cancro e quando il terremoto ha colpito, ha distrutto gli ospedali e le medicine sono diventate scarse" Shadia era determinata a superare la sua malattia e la terribile situazione economica derivante dal terremoto. Ha imparato a fare la parrucchiera a Kareemat.
ActionAid e i suoi partner locali hanno portato il loro aiuto ad oltre 197mila persone attraverso operazioni di ricerca e soccorso, hanno fornito cibo, riparo e supporto per donne e bambini e dato sostegno per la salute mentale, per curare i traumi legati alle perdite umane e materiali, inoltre sono stati creati spazi sicuri per le donne nei campi sfollati. Razmi Farook, Direttrice Regionale per l'Asia di ActionAid racconta: "È necessario un maggiore sostegno affinché le comunità si rimettano in piedi. Le famiglie stanno vivendo un inverno estremamente duro senza vestiti caldi e un riparo adeguato; troppe persone fragili sono ancora fuori al freddo. Il mondo non deve dimenticare la sofferenza di queste comunità".
Nonostante la resilienza di donne come Shadia e il lavoro delle organizzazioni umanitarie, oltre 2,3 milioni di donne e ragazze in età riproduttiva hanno un disperato bisogno di sostegno economico, psicosociale e di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva nel nord-ovest della Siria.
Per informazioni: Ufficio Stampa ActionAid Italia Alice Grecchi +39 3395030480 – [email protected] Paola Amicucci +39 3457549218 – [email protected] Daniela Biffi +39 3472613441 - [email protected]