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Al via la campagna #DirittiInGiacenza che porta davanti a Montecitorio la protesta con decine di scatole vuote, simbolo dei diritti negati a chi è senza iscrizione anagrafica
L’Onorevole Laura Boldrini presente in piazza “Proporrò un Disegno di Legge per modificare l’articolo 5 del Piano Casa e portare di fronte al Governo e in Parlamento questo problema”
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Vivere in uno stato di attesa e di incertezza, privati dei diritti fondamentali: non avere diritto al medico, alle cure di base e al sistema sanitario nazionale, discriminazione nell'accesso ai vaccini, problemi per la mensa scolastica e il bonus libri dei propri figli, difficoltà ad accedere ai sussidi, ai buoni spesa Covid e all’assistenza sociale, non votare, spesso non poter rinnovare il permesso di soggiorno, essere costretti a registrarsi come senza fissa dimora. È quanto sperimenta un numero imprecisato di persone italiane e migranti in Italia, oltre 300mila stimati solo quelle di origine straniera (Dati Ismu), che resta escluso dall’anagrafe. Uno scenario approssimativo - in assenza di dati da parte delle istituzioni - che non fa conoscere l'ampiezza di una parte della popolazione nei fatti tagliata fuori dai servizi e dai diritti essenziali.
ActionAid lancia la campagna #DirittiInGiacenza per denunciare che troppo spesso nel nostro paese l’esclusione dalla residenza è discrezionale, illegittima e discriminatoria verso le persone più fragili. Oggi attiviste e attivisti hanno invaso piazza Montecitorio a Roma con pacchi vuoti restati “in giacenza”, tornati al mittente per mancanza di indirizzo, simbolo dei diritti sospesi. Come dimostrano le storie dei due Dossier realizzati da ActionAid a Roma nel quartiere del Quarticciolo e a Napoli nei quartieri di Soccavo e Pianura.
“Sono le persone più fragili escluse dalla registrazione della residenza, perchè costrette a vivere in condizioni di irregolarità contrattuale o in immobili non congrui. Con la campagna #DirittiInGiacenza chiediamo alla Politica e alle amministrazioni di garantire l’iscrizione anagrafica senza discriminazioni” spiega Katia Scannavini, Vice Segretaria generale ActionAid.
Perché si viene esclusi dall’anagrafe? L’art. 43 del codice civile stabilisce che «la residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale». Si tratta di una definizione molto chiara e semplice. Nonostante questo, il legislatore negli anni ha escluso dall’anagrafe specifici gruppi sociali con finalità “punitive” (ad esempio i richiedenti asilo con i Decreti Sicurezza del primo Governo Conte), prima ancora l’art. 5 del “Piano Casa” del 2014 ha posto barriere insormontabili a migliaia di persone impossibilitate a dimostrare presso gli uffici dell’anagrafe un titolo di possesso dell’immobile dove vivono ritenuto valido. Per le persone straniere molti uffici non registrano le dichiarazioni di residenza presentate dai cittadini stranieri con il permesso di soggiorno in fase di rinnovo, conversione o rilascio.
La storia di Mariza a Roma. Mariza è una donna peruviana di 38 anni. Da quindici anni vive in Italia, con il marito Ramos e due figli. Dal 2016 vive senza contratto in un appartamento fatiscente delle case popolari al Quarticciolo a Roma, lavora come addetta alle pulizie. Durante l’emergenza Covid, suo marito ha contratto il virus ed è stato ricoverato in ospedale per complicazioni. Ma non ha la residenza, è senza medico di base e tessera sanitaria. “L’hanno ricoverato all’ospedale San Giovanni. Deve stare in ospedale per dieci giorni. I dottori mi hanno detto che senza il medico di famiglia, il trattamento che deve fare costa mille euro al giorno. Ma come faccio, dove li prendo diecimila euro?” racconta Mariza, per ora ha ottenuto il tesserino per Stranieri Temporaneamente Presenti (STP) che ha permesso a suo marito di essere curato in ospedale. Sta però ancora aspettando la registrazione come senza dimora all’anagrafe.
Per informazioni
Ufficio Stampa ActionAid Italia:
Alice Grecchi +39.3395030480 – [email protected]
Paola Amicucci +39.3457549218 – [email protected]
Daniela Biffi [email protected] - +39.3472613441