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Ripartire dopo un terremoto non è mai semplice, ma i cittadini del centro Italia stanno reagendo con coraggio organizzandosi in gruppi e associazioni. Siamo felici di supportarli, partecipando fin da subito alle riunioni organizzative e dando vita alla piattaforma informativa www.terremotocentroitalia.info.
Ecco un racconto “dal campo” della prima assemblea cittadina a Pescara del Tronto.
Saliamo per la strada di Pescara del Tronto passando per numerose frazioni con danni evidenti. Nonostante questo non siamo preparati all’immagine che ci attende: il piccolo paese di Pescara si presenta completamente distrutto. Pochissime case sono rimaste in piedi e a valle una frana imponente minaccia la Salaria, unica arteria di collegamento tra i vari centri abitati del cratere sismico del 24 agosto.
Scendiamo nel campo di accoglienza per sfollati, dove supportiamo il lavoro del GUS (Gruppo Umano Solidarietà), che fin da subito ha approntato un presidio di ascolto e di servizi alla persona in molti campi dell’area marchigiana.
Sono proprio i volontari del GUS a informarci della convocazione della prima assemblea cittadina. Ci cercano per aiutarli nella gestione di questo primo, fondamentale, momento di confronto. Ci sentiamo parte del gruppo perché cercano noi in quanto aquilani, non necessariamente in quanto attivisti. “Voi sapete come funziona” ci dicono e a noi fa piacere dare una mano, per quanto consapevoli che nessun terremoto, e nessun territorio, possono essere paragonati.
Anche questa volta i social media si rivelano fondamentali nel ricucire una comunità provata e dispersa sul territorio. Tramite Facebook, sms, messaggi telegram e telefonate riusciamo a contattare molte persone e infatti l’assemblea risulta molto partecipata.
Oltre 100 persone affollano lo spazio mensa del campo di accoglienza. E’ già un piccolo miracolo in una comunità che ha subito solo pochi giorni fa oltre 40 lutti. L’assemblea è animata e a volte accesa, com’è normale che sia in questo momento. Si pensa subito alla ricostruzione del paese, così difficile. Tutti si rendono conto che saranno necessari esperti per stabilire se e come Pescara del Tronto potrà essere ricostruita e il solo pronunciare queste parole spezza la voce e fa scendere le lacrime.
Ma si alzano anche altre voci: “Non abbandoniamo il nostro paese! Lo amiamo!”.
“Come si farà con l’inverno già alle porte a permettere a chi lo vorrà di rimanere qui?”.
La mente va alla vicinissima comunità di Accumoli la cui amministrazione ha chiesto ai cittadini di alloggiare per 7 mesi sulla costa marchigiana mentre si predispongono le casette in legno. In tanti però non vogliono spostarsi, vogliono restare qua e gira un foglio per chiedere container. Molti propongono di chiamare il sindaco e di organizzare presto un’altra assemblea a cui invitare l’amministrazione locale. Lasciare il paese disabitato fa tanta paura, non solo per gli sciacalli di cui tutti parlano, ma per il timore che non si riesca più a farvi a ritorno.
Nel frattempo, su impulso dei più giovani, si decide di formalizzare un’associazione che unisca tutti, residenti o meno, nel comune intento di sostenere il paese.
L’assemblea si chiude con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, parenti e amici dei presenti, rotto solo da un grido “la ricostruiremo per voi!”.
La nostra esperienza ci insegna che momenti come questo, di incontro, scambio e confronto, spesso sono più utili dell’aiuto materiale. Per questo abbiamo deciso di esserci e continueremo a farlo, convinti che la partecipazione sia il primo passo per ricostruire i paesi e far restare unite le comunità.