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In seguito all’incendio al campo di Moria, 31 organizzazioni della società civile chiedono al governo greco una risposta che metta al centro la tutela dei diritti umani.
Nella notte tra l’8 e il 9 settembre un incendio ha distrutto il campo rifugiati di Moria, nell'isola greca di Lesbo.
A seguito di questo devastante evento, 31 organizzazioni della società civile - tra cui ActionAid Hellas – si sono attivate per chiedere al governo greco di fornire tempestivamente aiuto alle persone che si sono trovate senza un riparo.
Tanti dei rifugiati sono individui vulnerabili: minori non accompagnati, anziani, donne incinte, persone con disabilità, in condizioni mediche critiche o con problemi di salute mentale che dovrebbero essere immediatamente portate al sicuro sulla terraferma.
Sono numerose anche le persone risultate positive al virus Covid-19, che dovrebbero poter disporre di un alloggio sicuro per il periodo di quarantena e ricevere assistenza sanitaria, se necessario.
La maggior parte delle strutture abitative per rifugiati e richiedenti asilo in Grecia continentale sono attualmente sovraffollate: questo impone l’individuazione tempestiva di soluzioni alternative per trasferire le persone coinvolte nell’incendio di Moria sulla terraferma in piena sicurezza.
Le organizzazioni firmatarie richiedono dunque alle autorità greche di lavorare su un piano di accoglienza e di mettere in campo tutte le risorse disponibili, comprese quelle dell'Unione europea. Anche i leader europei sono esortati a dare il proprio contributo prestando soccorso ai richiedenti asilo, ora più che mai.
In questo momento difficile, è fondamentale che il rispetto dei diritti umani sia al centro della risposta all'incendio di Moria e che le autorità non ricorrano all'uso della forza o ad un linguaggio aggressivo, ma adottino misure adeguate per attenuare la tensione e scongiurare ogni rischio di violenza.
Qui di seguito la lista dei firmatari dell’appello: