Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.
Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.
Se vuoi saperne di più Clicca qui.
Il 21 maggio è la Giornata Mondiale della Diversità Culturale, il Dialogo e lo Sviluppo, che ci ricorda quanto sia importante sostenere la diversità e imparare a convivere in pace, tra lingue, culture e religioni diverse. La questione culturale non è mai stata così importante come ora: dopo un anno di chiusure e lockdown, a soffrire di più sono stati proprio i centri in cui la cultura si sviluppa, si comunica e si promuove. Dagli eventi culturali ai siti archeologici, dalle istituzioni alle pratiche di comunità. La sospensione dovuta alla pandemia ha colpito la comunicazione della cultura e i lavoratori stessi, artisti e professionisti, che con la loro attività sono i primi a proteggere la diversità, il dialogo e lo sviluppo.
La Giornata Mondiale della Diversità Culturale, il Dialogo e lo Sviluppo è stata istituita nel 2002, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite le diede lo scopo di aumentare la consapevolezza globale riguardo all’importanza del dialogo fra culture diverse. Nel 2015 la stessa assemblea ha incluso questo aspetto nell’Agenda 2030, in cui si riconosce la diversità naturale e culturale del mondo, e il contributo determinante delle culture e delle civiltà per lo sviluppo sostenibile.
Entrare in contatto con le diversità nutre la parte intellettuale e creativa insita in ognuno di noi. E più si conosce, più cresce la voglia di scoprire. Nel mondo, le industrie creative e culturali contribuiscono con 2,250 miliardi di dollari all’economia, e danno un’occupazione a 29,5 milioni di persone.
La comprensione del diverso è essenziale anche per altri motivi: basti pensare che tre quarti dei maggiori conflitti internazionali si fondano su una dimensione culturale. Investendo nella comprensione del prossimo, il primo eccezionale effetto che si potrebbe avere sarebbe quello di raggiungere la pace, la stabilità e garantire lo sviluppo.
Nei Paesi dove operiamo, lavoriamo per incentivare soprattutto lo scambio di conoscenze, in luoghi dove proteggere le differenze è importante per garantire la parità di trattamento e favorire la crescita di una nazione.
Un esempio arriva dal Brasile attraverso l’esperienza di Maria Tawane, una ragazzina originaria di Alagoas, una regione che vive principalmente di agricoltura. La comunità è molto colpita dalla siccità, e per le persone rimaste senza terra è molto difficile trovare lavoro. Abbiamo portato cisterne per raccogliere l’acqua piovana e costruito scuole per i bambini
Con il sostegno a distanza abbiamo garantito ai piccoli di queste terre anche momenti di svago e un modo diverso dal solito per trascorrere il tempo libero. Maria ha iniziato a frequentarli da molto piccola, da quando è stata adottata a distanza.
Ha imparato molte cose da allora: dalle buone pratiche per un ambiente sostenibile alle norme di igiene, ma la sua materia preferita è proprio quella che riguarda il rispetto delle diversità.
Con il sostegno a distanza, Maria e i bambini come lei hanno cambiato il modo di vedere le cose.
“Ho imparato a rispettare gli altri. Ho imparato a combattere il razzismo, perché non dovremmo essere razzisti gli uni con gli altri. O vedere differenze, gli uni negli altri, perché siamo uguali. La sola cosa diversa che abbiamo sono i genitori e il sangue. Ma siamo tutti fratelli e sorelle”.
Non c’è differenza tra uomini e donne nella gestione della casa, dei figli e della famiglia, del lavoro, del giardino e degli animali. Il rispetto, inoltre, passa anche per l’ambiente: “Quando tu tagli un albero, l’ambiente diventa più inquinato perché gli alberi producono l’ossigeno. Questo è uno dei modi in cui l’uomo sta distruggendo la natura”.
“Nel rispettare la diversità, devi rispettare gli altri per ottenere tu stesso rispetto, giusto?” continua Maria, “Se io rispetto, sarò rispettata”.
E ha proprio ragione.