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Maggiori diritti per donne e bambini, per i dalit e per le minoranze, riforma agraria per garantire il diritto alla terra e risposte più coordinate e tempestive in caso di disastri naturali. Sono queste le richieste principali che abbiamo presentato a tutti i partiti candidati alle elezioni per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento in India, e che rinnoviamo oggi, nel giorno dell’annuncio dei risultati, che vedono la riconferma alla guida del Paese del Primo ministro Narendra Modi e del suo partito Bjp (Bahratiya Janata Party–Partito del Popolo Indiano).
Con la campagna For Equality & Justice, realizzata attraverso un lungo processo di ascolto negli Stati indiani con le comunità locali, la società civile e molti gruppi di minoranze andato avanti per mesi, abbiamo chiesto a chi governerà di garantire ai cittadini indiani più uguaglianza sulla base di una rinnovata cornice dei loro diritti. In particolare, abbiamo sottolineato l’importanza di mettere in cima alle priorità la riforma agraria, a livello regionale e nazionale, per il diritto alla terra dei contadini più poveri e delle donne, e per una nuova governance urbana più democratica e con maggiori servizi, in grado di sostenere le comunità più marginalizzate nelle periferie e negli slum.
È fondamentale migliorare la condizione di vita delle donne, in un Paese in cui le disuguaglianze sono ancora molto forti, puntando alla parità negli organi di rappresentanza politica locali e nazionali (attualmente in Parlamento siedono 479 uomini e 62 donne), al sostegno alle donne in agricoltura e sui luoghi di lavoro, a potenziare le leggi contro la violenza di genere e il sostegno economico alle donne fuoriuscite da percorsi di violenza. Nella classifica mondiale del World Economic Forum sulla parità di genere, l’India è 108esima su 149 Paesi, e si posiziona al 142esimo posto per le opportunità economiche e lavorative.
Più diritti anche per i dalit, gli oppressi fuoricasta. La nostra campagna chiede norme contro le discriminazioni e le violenze nei loro confronti sul lavoro e nella vita quotidiana e che si metta fine alla pratica disumana che li vede in molte parti del Paese impiegati per pulire manualmente i rifiuti umani. Anche i minori devono essere al centro dell’impegno della politica: è necessario garantire loro il diritto ad un’istruzione di qualità, sradicare il fenomeno del lavoro minorile e le discriminazioni nell’accesso all’educazione.
Infine, chiediamo a chi si appresta a guidare il Paese un maggiore sforzo per pianificare le risposte ai disastri naturali, attraverso una mappatura delle popolazioni più deboli, la predisposizione di piani più efficienti e il varo di una legge nazionale che garantisca i diritti dei rifugiati e dei migranti climatici.
Le elezioni, iniziate lo scorso 11 aprile, si sono concluse dopo 7 turni il 19 maggio. Oltre 900 milioni i cittadini indiani chiamati al voto in una competizione per conquistare i 543 seggi e conseguentemente il governo, che ha visto sfidarsi principalmente due leader: l’attuale primo ministro Narendra Modi, leader del Bjp (Bahratiya Janata Party–Partito del Popolo Indiano), dall’altra Rahul Gandhi, Presidente dell’Inc (Indian National Congress).