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ActionAid non è impegnata nelle operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo, ma ha seguito il dibattito sul “codice ONG”; la vicenda riguarda la natura delle organizzazioni non governative di attori terzi rispetto agli Stati: soggetti attivi in modo ben identificabile in qualunque disastro umanitario. Il diritto umanitario impone l’obbligo di salvare vite a chiunque si trovi nella possibilità di farlo e consente alle organizzazioni non governative di evitare l’associazione a uno Stato visto che anche la percezione di chi è parte in causa conta quanto la realtà dei fatti.
Sebbene non abbia ricevuto richieste di sottoscrivere il “codice”, ActionAid ritiene grave che lo Stato italiano e l’Unione Europea chiedano a soggetti che devono essere e apparire neutrali per svolgere il proprio lavoro umanitario di sottoscrivere una qualsiasi forma di codice che li indentifichi con attori – persone e mezzi – legati a un governo, imponendo un controllo sulle loro operazioni. La questione fa parte della tendenza ad identificare il terzo settore come complementare e vicario allo Stato. Una concezione che si ritrova ad esempio nella prassi degli USA, dove lo Stato delega in larghissima parte ai privati il dovere di garantire misure di welfare e sicurezza per tutti; anche in Italia si finisce con descrivere il terzo settore in maniera da identificarlo per lo più con i soggetti che si sostituiscono allo Stato (spesso a basso costo e con scarsa qualità ) nell’esecuzione di servizi per suo conto.
Le ONG che si ritengono veri attori civici non devono rinunciare all’idea che, per svolgere appieno il lavoro umanitario (che richiede terzietà per definizione) e migliorare la qualità della democrazia (risultando propositivi e dunque trasformativi), sia necessario mantenere piena indipendenza di proposta e d’azione. Essere attori non governativi non significa ritenersi superiori alla legge, ma comporta avere piena coscienza del proprio ruolo e ricordare alle istituzioni che gli Stati hanno sottoscritto convenzioni internazionali in materia di diritto umanitario e che una società aperta, con una società civile indipendente e autonoma, è qualificante per la democrazia.
ActionAid dunque esprime piena solidarietà ai soggetti non governativi che rifiutano di sottoscrivere “codici” proposti in violazione del diritto umanitario perché ritiene che si tratti di una battaglia per il rispetto pieno degli impegni che gli Stati europei stessi hanno preso in sede internazionale. L’identificazione dei soccorritori con una delle parti statali in causa è una aberrazione di principio che alcune ONG hanno già a avuto modo di sottolineare e che ne mette a rischio le operazioni in altri teatri a livello globale.
Che ci sia il disegno di trasformare le ONG nel capro espiatorio delle debolezze degli Stati dovrebbe ormai essere chiaro, così come il fatto che alcune ONG hanno subito la presenza di agenti dello Stato nelle loro operazioni. ActionAid si augura che nelle prossime settimane si possa giungere a chiarire senza ombra di dubbio quali siano i doveri degli Stati e quelli degli attori umanitari. Appare auspicabile anche che si arrivi a distinguere con maggior chiarezza chi tra gli enti di terzo settore intenda svolgere il ruolo di fornitore di servizi per conto dello Stato e chi invece intenda svolgere il ruolo di attore civico nel senso pieno della parola. I due tipi di organizzazioni possono coesistere, ma sono differenti e sarebbe opportuno fare chiarezza. ActionAid intendere svolgere il proprio ruolo di attore civico chiedendo accountability allo Stato come principale duty bearer: per questa ragione esprimiamo solidarietà a chi ha deciso di marcare la propria distinta natura nelle concitate discussioni di queste settimane.