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Come garantire uno sviluppo più equo e responsabile a partire dal rispetto dei diritti umani e dell’ambiente da parte delle imprese?
È di ottobre 2021 la notizia che gli esperti ONU in materia di diritti umani in visita in Italia hanno esortato il Governo a spezzare il circolo vizioso dello sfruttamento dei lavoratori e a chiamare le imprese a rispondere del loro operato.
È con questo obiettivo che nasce “Impresa2030. Diamoci una regolata”, la campagna nazionale nata per chiedere una direttiva europea che imponga alle imprese di tutelare i diritti umani e l'ambiente, prevenendo qualsiasi abuso collegato direttamente alle proprie attività economiche o a quelle dei propri fornitori. La Commissione Europea sta già lavorando al testo della Direttiva che verrà presentato al Parlamento europeo e al Consiglio dell'UE nel corso del 2022.
Noi di ActionAid insieme al network di organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani (Equo Garantito, Fair, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld) abbiamo lanciato nei mesi scorsi la campagna affinché i Ministri e gli Europarlamentari italiani sostengano una proposta forte ed efficace, senza cedere alla pressione di quei settori industriali che si oppongono a obblighi e responsabilità chiare. Proprio in quest’ottica sono numerose le campagne gemelle nate in una decina di altri Stati membri dell’Unione Europea.
Le imprese multinazionali si trovano oggi ad operare in tutto il mondo in un contesto di sostanziale impunità. Molte di loro sono coinvolte in devastazioni ambientali, violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, espulsioni di popoli indigeni e sfruttamento del lavoro minorile.
Ad esempio, sono 16 milioni le persone sottoposte a forme moderne di schiavitù lungo le filiere produttive globali; sono 287 i difensori dei diritti umani uccisi, nel solo 2020, perché impegnati nella difesa dell’ambiente e dei popoli indigeni da iniziative economiche ad alto impatto; e le prime 20 imprese energetiche del mondo sono quelle che hanno emesso da sole il 35% dei gas climalteranti dal 1965 ad oggi. Proprio alla luce di questi dati, verrà scritta la proposta di direttiva della Commissione Europea.
Si tratterà di una norma di due diligence (dovuta diligenza), che imporrà alle imprese di adottare politiche e pratiche efficaci nel garantire che i diritti umani e gli ecosistemi non siano violati né dalle operazioni da loro direttamente intraprese, né all’interno delle catene di fornitura di cui si avvalgono a livello globale. Quando la Commissione avrà elaborato la direttiva, sarà importante evitare che nel corso della negoziazione tra Stati Membri e Parlamento Europeo, il testo di partenza risulti indebolito.
La campagna richiede - come previsto dai Principi Guida ONU su Imprese e Diritti Umani - che la direttiva contempli tre assi fondamentali: il dovere degli Stati di proteggere dagli abusi e dalle violazioni; la responsabilità delle imprese, di far rispettare i diritti umani in tutti i passaggi della propria filiera; l’accesso alla giustizia da parte di chi subisce violazioni dei propri diritti. L’attività dei prossimi mesi sarà dedicata alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei mass media, all’attivazione delle altre associazioni e dei cittadini e delle cittadine e alla pressione verso le istituzioni a cui spetteranno le decisioni finali.
La disomogeneità delle regolamentazioni nazionali delle filiere produttive contribuisce ad amplificare le disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani e dell'ambiente in tutto il mondo. Lo vediamo nel nostro lavoro quotidiano in Italia e in altri 45 paesi, dove agiamo contro povertà e ingiustizia insieme alle comunità più povere.
Come sopraccitato, gli esperti ONU in materia di diritti umani in visita in Italia ad ottobre 2021 hanno esortato il Governo a spezzare il circolo vizioso dello sfruttamento dei lavoratori ed a chiamare le imprese a rispondere del loro operato. Il sostegno da parte dell’Italia al processo di approvazione di una direttiva europea in materia rappresenta un'opportunità unica per garantire uno sviluppo più equo e responsabile.
Per questo con Impresa 2030 abbiamo lanciato un appello, rivolto a decisori politici italiani ed europei, cui chiediamo di farsi portatori di una nuova cultura di impresa, che metta al primo posto i diritti delle persone e dell’ambiente, subordinando a questi i profitti.
Unisciti a noi per chiedere ai rappresentanti istituzionali del popolo italiano ed europeo di non perdere l’occasione storica di mettere l’economia al servizio del progresso umano e della tutela dell’ambiente. Il rischio da scongiurare è che la proposta venga indebolita.