Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.
Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.
Se vuoi saperne di più Clicca qui.
Allontanarsi da un partner violento, ricominciare a vivere. Molte volte, trovato il coraggio, le donne si accorgono che non hanno nulla in mano. Non basta infatti avere un buon livello d’istruzione e un lavoro per raggiungere l’indipendenza da un partner violento. Risulta infatti difficile uscire da situazioni di violenza domestica proprio perché spesso alle donne viene impedito di controllare il proprio reddito o quello familiare.
Nel rapporto ‘Una via d’uscita dalla violenza’, realizzato nel quadro del progetto europeo WE GO! (Women Economic-independence & Growth Opportunity) cofinanziato dalla Ue, oltre a fornire una serie di raccomandazioni a istituzioni nazionali ed europee in favore dell’adozione di politiche volte a supportare l’empowerment economico delle donne che hanno subito violenza, abbiamo presentato i risultati di un’indagine condotta in collaborazione con alcuni centri antiviolenza (CAV) e finalizzata a definire il profilo delle donne che a questi si rivolgono.
Lo studio ha coinvolto 552 donne assistite dai Centri Antiviolenza (CAV) partecipanti al progetto in quattro paesi europei: Bulgaria (1 centro), Grecia (6), Italia (3) e Spagna (2). L’obiettivo era tracciare il profilo delle donne che si rivolgono ai centri dato che una delle più grandi lacune da colmare nell’analisi della violenza di genere è infatti la raccolta di dati di tipo socio-economico sulle donne, uno strumento che aiuterebbe non solo a comprendere meglio il fenomeno, ma soprattutto a capire quali azioni e politiche mettere in campo per rispondere ai bisogni delle donne che vogliono uscire da situazioni violente.
L’indipendenza economica si rivela essere un fattore decisivo. L’82,5% delle donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza hanno un basso livello di indipendenza economica e la metà delle intervistate ha subito qualche forma di violenza economica:
il 22,6% dichiara di non avere accesso al reddito familiare
il 19,1% non può usare i suoi soldi liberamente
il 17,6% afferma che le sue spese sono controllate dal partner
Il 16,9% non conosce nemmeno l’entità del reddito familiare
il 10,8% non può lavorare o trovare un impiego
Le donne che hanno subito violenza hanno bisogno di uscire dall’isolamento anche attraverso l’indipendenza economica. Per questo ActionAid chiede alle istituzioni di sostenere i centri antiviolenza nel garantire lavoro e reddito alle donne che dicono no alla violenza. Come Milena, che ha sopportato la violenza di suo marito per un anno finché un giorno ha deciso di dire basta e lo ha denunciato. Dopo essere stata accolta in un centro antiviolenza, ha frequentato dei corsi ed è stata aiutata nella ricerca di un lavoro. Oggi lavora in un B&B e dice “Mi sento sicura di me, mi sento bene. So che lavoro, che ho dei soldi: so che posso dare un futuro a mio figlio”.