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Content Creator
“Podcast” è la parola che ho scelto per il mese di dicembre, e non potrebbe essere altrimenti, visto che ActionAid Italia, insieme a Chora Media, ha appena pubblicato il primo episodio de “La mia parte”, una serie audio in quattro puntate che viaggia attraverso le storie dei diritti, quelli negati e rivendicati, e di chi ha trasformato il proprio privilegio in uno strumento di lotta.
È proprio per questo motivo che da sempre, o almeno da quando ho cominciato ad approcciarmi al mondo del podcasting anglosassone negli anni dell'università, lo ritengo uno strumento potentissimo, anche di rivendicazione.
Innanzitutto perché è un contenitore estremamente versatile, che permette di approcciarsi a un argomento in maniera verticale, senza l’ansia dei rigidi tempi radiofonici o televisivi. Un episodio di un podcast può durare due minuti, cinque minuti, anche dieci minuti in più del precedente se quello che viene raccontato è significativo. E l’ascolto è attivo, interessato, appassionato, partecipato. E soprattutto è un ascolto ragionato che può avvenire in qualsiasi momento: non bisogna aspettare la messa in onda, il podcast è sempre lì che ti aspetta a qualunque ora del giorno, a qualsiasi latitudine, per essere ascoltato e riascoltato ogni volta che si vuole.
Ma la vera rivoluzione, per me, è che a oggi il podcast è probabilmente il mezzo di comunicazione più democratico che ci sia. Non serve una testata, un editore alle spalle, non è necessario registrarlo in uno studio di registrazione con strumentazione all’avanguardia, se un’idea è buona e un messaggio è degno di essere diffuso basta anche una nota vocale dello smartphone e una connessione internet per caricare il file audio gratuitamente sulle piattaforme. Proprio per questo in Italia (e non solo) il fenomeno del podcasting indipendente è una realtà che si sta consolidando, perché anche con pochissime risorse si può emergere, perché anche senza contatti o aiuti si possono rompere barriere. Barriere sociali, economiche, strutturali. Ciò che conta è la voce e il messaggio. E se non è un mezzo di libertà questo...
Argentina d’origine, veronese di adozione e “cittadina del mondo”, Florencia ha alle spalle un percorso eccezionale e pieno di svolte.
Classe 1988, due lauree e un master, dopo una carriera come digital manager nelle multinazionali della moda e nel lusso decide di cambiare vita; Florencia vive oggi a Milano, dove lavora come content creator, speaker, autrice, host di eventi, conduttrice radiofonica (è in onda tutti i pomeriggi su Radio Popolare) e televisiva, autrice e conduttrice di podcast e narratrice di audiolibri.
Poliedrica, ambiziosa e sempre in movimento, Florencia è un profilo unico e brillante: ottime doti comunicative, grande familiarità con i media e solide competenze nell'ambito della comunicazione digitale, che usa con dimestichezza e in modo critico. È spesso in prima linea per promuovere e diffondere tematiche sociali, tra cui la parità di genere, l’inclusione sociale, l’attenzione all’ambiente e la body positivity.