Un Paese che vive in un costante stato di emergenza.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è uno degli Stati più vasti e popolosi del continente africano. La sua storia è caratterizzata da guerre civili e corruzione, con un sistema politico che negli ultimi anni è stato paralizzato dal ripetuto rinvio delle elezioni, tenutesi finalmente nel 2018.
Secondo l’osservatorio politico Freedom House, i cittadini non sono in grado di esercitare liberamente le proprie libertà civili di base e la corruzione è endemica in tutto il Paese.
La sicurezza pubblica è minacciata dalle continue violazioni dei diritti umani commesse dalle forze governative, nonché da gruppi di ribelli armati e milizie, attivi in molte aree del Paese.
Il 56% della popolazione vive ancora in zone rurali, quasi il 43% dei bambini sotto i cinque anni soffre la fame e 91 bambini ogni 1.000 muoiono prima del compimento del quinto anno di vita. Nel 2018 una progressiva diffusione di ebola ha contribuito poi ad aggravare una situazione umanitaria già allarmante.
La violenza sulle donne rappresenta una vera e propria emergenza, con il 64% della popolazione femminile che subisce abusi nel corso della propria vita.
La RDC costituisce inoltre il centro nevralgico dei flussi di mobilità che transitano nella regione dei Grandi Laghi, teatro di una delle più gravi e complesse crisi migratorie dell’Africa subsahariana. Gli scenari di crisi e di conflitto che hanno caratterizzato il Paese hanno prodotto un numero straordinariamente alto di sfollati, circa 4,5 milioni di persone, e di rifugiati, quasi 800.000. L’Uganda ha accolto circa il 40% di questi, seguita da Tanzania, Burundi e Rwanda. Sono invece più di 800.000 i rifugiati provenienti dagli Stati confinanti accolti nel Paese.
Ebola
Nel 2018 abbiamo realizzato attività di risposta all’emergenza Ebola nel territorio di Nyiragongo, nella Provincia del North Kivu. In particolare abbiamo organizzato training per informare le donne su come prevenire questa malattia, abbiamo lavorato con il Governo e altre organizzazioni per diffondere in diverse lingue informazioni corrette sull’Ebola e abbiamo lavorato con ActionAid Uganda per prevenire il diffondersi della malattia oltre i confini del Paese.
IL NOSTRO LAVORO IN CONGO
- Progetti realizzati sul campo: 12 di cui 2 finanziati direttamente da ActionAid Italia
- Persone raggiunte direttamente: 2.000 di cui circa 1.500 donne e 500 uomini
- Bambini sostenuti a distanza: 1438 da donatori italiani
Lavoriamo in Repubblica Democratica del Congo dal 1987.
Il nostro impegno sul campo mira ad accrescere l’empowerment delle donne vittime di violenza sessuale, attraverso il loro coinvolgimento a corsi di formazione per imparare un mestiere (ad esempio corsi di cucito). Inoltre, abbiamo coinvolto 10.000 donne nella costruzione ed implementazione di un piano di prevenzione della violenza di genere. Ci siamo impegnati per migliorare l’offerta dei servizi pubblici rivolti alle donne nelle aree urbane, dove i casi di violenza sono più numerosi.
Infine, nella zona est del Kasai e nelle provincie Sankuru, abbiamo fornito supporto alle donne delle comunità colpite dall’epidemia di colera scoppiata recentemente. Sensibilizziamo le famiglie e le comunità sul diritto all’istruzione e sul valore dell’educazione; contribuiamo alla creazione di un sistema educativo di qualità, anche attraverso la costruzione e modernizzazione delle scuole.
In collaborazione con altre organizzazioni internazionali, abbiamo lavorato per rafforzare la resilienza delle comunità colpite dal conflitto nella provincia del Kasai, attraverso la realizzazione di un progetto di risposta all’emergenza per garantire protezione ai minori.
Complessivamente, sono stati supportati 2.300 minori non accompagnati che avevano diritto alla protezione umanitaria e all’accesso a servizi multisettoriali e la maggior parte di loro è ora iscritta a scuola. Abbiamo inoltre aiutato 174 bambini ad ottenere il ricongiungimento familiare.
Il nostro impegno sul campo mira anche a rafforzare la resilienza delle comunità rurali e migliorare la resa dei raccolti, creando cooperative e banche delle sementi, promuovendo tecniche agricole sostenibili che siano resilienti al clima ed alternative economiche per chi vive in una condizione di povertà, in particolare donne e ragazze, affinché acquisiscano la capacità di reagire in modo resiliente ai disastri ambientali.