“Sono un’insegnante, mi chiamo Virginia Guarnieri, insegno all’Istituto Professionale Oriani Mazzini, a Milano, una scuola di frontiera, che raccoglie un’utenza un po’ fragile.”
Abbiamo conosciuto la Professoressa Guarnieri grazie al progetto Educ-Azione che noi di ActionAid abbiamo svolto nella scuola dove insegna.
“A me piace stare nelle situazioni difficili perché credo che lì è dove c’è da fare.”
Le chiediamo di raccontarci gli ultimi due anni scolastici, cosa ha comportato la pandemia e la DAD per lei e i suoi studenti.
“Ci sono stati parecchi abbandoni. Non c’è nessuno dietro, c’è solo la scuola che ha un rapporto educativo e di partecipazione. Quest’anno gli studenti hanno fatto molta fatica. Se i ragazzi decidono che se ne vanno, se ne vanno.”
Il fenomeno dei NEET, ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano, ha dimensioni importanti in Italia. Il nostro paese detiene il triste primato a livello europeo e si stima che tra i 15 e i 29 anni i NEET italiani siano 2 milioni. Una situazione che è andata peggiorando con la pandemia.
“La crescita è fatica, questi ragazzi fanno fatica” – prosegue Virginia – “devono sentire che qualcuno investe su di loro, sulla loro crescita, formazione, persona. Nella DAD questo non è possibile. L’anno scorso avevamo cominciato ad esempio il progetto con ActionAid. Abbiamo fatto in tempo a conoscere gli operatori e subito siamo andati in lockdown.
Quest’anno gli incontri invece sono stati numerosi, e in due terze abbiamo fatto questo progetto di scrittura creativa che ha avuto molto successo. Servono attività che diano motivazione ai ragazzi e alle ragazze.”