“Speravo che un giorno avrei posseduto un pezzo di terra”
L’Uganda è un Paese caratterizzato da un altissimo tasso di analfabetismo: il 72% dei ragazzi e il 79% delle ragazze non frequentano la scuola. Anche Juliet, che oggi ha 48 anni, non ha potuto studiare perché i suoi genitori non potevano permetterselo. La sua è una di quelle storie, però, che racconta un cambiamento resiliente agli ostacoli del contesto in cui avviene, frutto dell’emancipazione femminile e della voglia di riscatto.
Juliet è cresciuta, come molte in Uganda, sapendo che in quanto donna non avrebbe mai potuto possedere una terra. Da adolescente chi cresce in questo tipo di comunità non può chiedere spiegazioni ai genitori sul perché di questa disparità, perché le storie e le discussioni sulla terra coinvolgono solo i ragazzi.
Ma dentro di lei si è comunque andata formando la speranza che un giorno avrebbe potuto conoscere l’emozione di avere un terreno da coltivare, a suo nome.
L’emancipazione di Juliet
“Non ho avuto la possibilità di andare a scuola troppo a lungo perché i miei genitori non potevano permetterselo. Mi sono sposata a 17 anni e sono diventata una casalinga, ho avuto i miei figli, mi sono presa cura della casa e ho cucinato per la mia famiglia. Ho capito a un certo punto che il mio sogno di possedere un terreno per conto mio era sfumato”.
La fiducia nel futuro che desiderava è però rinata quando Juliet ha scoperto il Kapkwoting Women Savings Group: uno dei gruppi organizzati da noi di ActionAid, che in Uganda permettono alle donne di emanciparsi ripartendo dall’istruzione femminile e dalla possibilità di ottenere micro-crediti.
“I membri dello staff di ActionAid”, ricorda Juliet, “sono venuti a parlarci di imprenditoria e risparmio. Ho iniziato in quel momento a sviluppare l’idea di sfruttare il terreno di famiglia per coltivare verdura e rivenderla. L’avevo già fatto in precedenza quando serviva il cibo in tavola. Con questa piccola coltivazione ho iniziato a guadagnare qualcosa e ho quindi potuto richiedere il credito dal gruppo”.
Il suo progetto era acquistare finalmente la sua terra. Non di suo marito, non della famiglia in cui era cresciuta. Sua. Con il marito a fare da testimone del contratto, Juliet ha firmato l’acquisto di un appezzamento e ha iniziato a pianificarne la coltivazione con l’obiettivo di far crescere lo status economico della sua famiglia.
“Contemporaneamente però dovevo lavorare per fare in modo che questa terra restasse mia, che non mi venisse sottratta da nessuno, neanche dai membri del mio nucleo familiare o dal clan di mio marito. Per questo ho chiesto consiglio al gruppo avviato in Uganda, su come potevo proteggermi”.
Proteggersi dalle minacce fisiche e verbali di chi voleva rubarle ciò che le apparteneva di diritto.
“Sono corsa a denunciare quando hanno cosparso il mio terreno di pesticidi che hanno distrutto tutta la mia coltivazione, hanno tagliato gli alberi e hanno utilizzato la mia terra senza il mio consenso”.
Grazie al supporto dei nostri partner di ActionAid Uganda, Juliet è arrivata in tribunale con prove abbastanza schiaccianti. Il giudice ha imposto ai leader dei clan e ai vicini della sua comunità di visitare il terreno di Juliet, così da riconoscerne i confini.
“Ho accettato di partecipare a una mediazione con i membri della comunità dove entrambe le parti hanno presentato i testimoni e la comunità ha pesato le testimonianze, trovando una soluzione per andare avanti e permettermi di continuare con il mio lavoro. Tutto questo”, continua, “non sarebbe mai stato possibile senza i gruppi di risparmio e micro-credito, e senza la guida di ActionAid”.
Questa è l’indipendenza che Juliet si è guadagnata grazie alla sua tenacia. Da donna che non possedeva nulla, neanche la casa da cui proveniva, oggi ha un lavoro, una terra, e una speranza per il futuro, tutto nelle sue mani.
“Sono grata ad ActionAid per aver supportato me e altre donne della mia comunità nel diventare indipendenti e sostenere le nostre famiglie”.