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Il Bangladesh è il primo Paese al mondo per densità demografica, ma è anche tra i più interessati dal fenomeno delle migrazioni economiche: secondo l’ILO sono 400mila le persone che, ogni anno, lasciano la propria terra per cercare lavoro all’estero. Contemporaneamente, la nazione è anche il luogo in cui stanno accorrendo i rifugiati politici del popolo Rohingya, in fuga dalle persecuzioni in Myanmar, che hanno ormai raggiunto il milione nei campi profughi. Una situazione non facile che stiamo aiutando a gestire nel campo di Cox’s Bazar.
Siamo in Bangladesh dal 1983 e attualmente abbiamo attivi nel paese 12 progetti di adozione a distanza, che coinvolgono le bambine e i bambini sostenuti – fino a quest’anno oltre 6700 – e le loro comunità. Le priorità sono molte. Stiamo investendo, ad esempio, sull’emancipazione femminile: lavoriamo sulla formazione e gli investimenti per garantire l’istruzione femminile, per costruire una rete di sostegno economico, psicologico e sociale affidabile e sicura che dia a tutte la possibilità di emergere e diventare indipendenti.
La storia di oggi è strettamente legata a questa tematica e a quella della leadership femminile.
Janu vive in Bangladesh, nel villaggio di Omarpur, con i suoi tre figli. Suo marito lavora all’estero come operaio mentre lei è parte attiva della sua comunità: è segretaria dell’Omarpur Women’s Group e presidentessa dell’Omarpur Child Centre. Ha da poco vinto le elezioni, contro molti uomini, per diventare la prima presidente donna in commissione dell’Omarpur Primary School. Il suo ruolo è stato definitivo nel progetto di ricostruzione della struttura.
La scuola primaria del paese è formata da tre classi che hanno subito ingenti danni a causa delle inondazioni avvenute nel 2017, 2019 e nel 2020. Il cortile della scuola si allagava sempre durante la stagione delle piogge e questo rendeva difficile utilizzarlo per studiare, giocare, tenere assemblee. Come se non bastasse, anche l’unico bagno che veniva usato dagli studenti e dagli insegnanti, si trovava in pessime condizioni.
Con il nostro partner locale, VARD, abbiamo lavorato al fianco di Janu e degli altri membri della commissione scolastica (SMC), per sviluppare e implementare un piano di ristrutturazione che includesse: riparare i pavimenti delle classi, rialzare il cortile e proteggerlo con dei muri, istallare un blocco di bagni separati per maschi e femmine, e con delle aree dedicate al lavaggio delle mani.
Janu ha aiutato moltissimo la realizzazione di tutto questo, sotto ogni punto di vista. Ha analizzato i costi necessari a completare il lavoro e ha monitorato i progressi nel corso della costruzione, incluso il controllo qualità dei materiali che stavano per essere utilizzati. In più, ha compilato una candidatura per ricevere fondi dall’ufficio esecutivo dell’Upazila Shikka e ha chiesto direttamente di creare una piantagione di alberi intorno alla scuola, essenziali per gestire le inondazioni.
Da queste risorse sono arrivati degli investimenti che saranno usati anche in futuro per mantenere al meglio le classi, il cortile e i bagni.
“Abbiamo sviluppato l’intero piano di rinnovamento della scuola”, ci ha raccontato Janu, “approvando i disegni e assicurando la qualità del lavoro con ispezioni e supervisione delle attività. Ora i bambini saranno in grado di partecipare alle assemblee quotidiane per cantare insieme l’inno nazionale ogni mattina. Grazie a questo cortile funzionante, abbiamo un valore aggiunto rispetto ad altre scuole e possiamo offrire delle attività sportive che richiameranno maggiormente i ragazzi, scoraggiando l’abbandono scolastico. Le persone del villaggio, infine, potranno trovare nella scuola un rifugio sicuro in caso di disastri ambientali”, conclude.