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In Etiopia ci sono 22,5 milioni di persone che soffrono la fame, un tasso di scolarizzazione molto basso e il 71% delle donne che ha subito violenza nel corso della propria vita. Da quando siamo arrivati nel Paese i nostri programmi si sono indirizzati anche verso l’empowerment femminile con la costituzione di gruppi di donne nelle comunità che potessero garantire ascolto, consapevolezza e supporto su buona parte del territorio.
Elfu, una donna di 30 anni con 5 figli, ci racconta come la sua storia sia cambiata proprio grazie a questa iniziativa.
Tra le prime azioni intraprese in Etiopia c’è stata la creazione dei RAC, Reflection Action Circle: gruppi di donne che vivevano in condizioni di povertà e si riunivano per analizzare le ragioni della loro situazione. Il primo passo nell’empowerment femminile è sempre quello di portare consapevolezza, soprattutto nelle donne, su cosa potrebbero ottenere se sapessero cosa spetta loro di diritto.
All’interno dei RAC ci sono trainer esperti che gestiscono non più di 30 persone alla volta, due volte la settimana. I trainer insegnano alle donne i principi del risparmio e del credito, mentre attraverso i RAC ricevono fondi per avviare piccole attività in grado di generare un reddito.
Un altro fattore di rischio per le donne che subiscono violenza è spesso la mancanza di un luogo a cui rivolgersi per uscire dalla propria situazione. Per questo sono nati i Women Watch Group all’interno dei quali le donne seguono un corso di 10 giorni per imparare a gestire le situazioni che potrebbero incontrare. Sono sul territorio dai piccoli distretti fino ai kebele, i quartieri etiopi, per dare supporto alle donne che ne hanno bisogno e sensibilizzare la comunità.
I Women Watch Group organizzano inoltre interventi nelle scuole, per educare i bambini e le comunità sulla violenza di genere: dalla loro istituzione hanno aiutato più di 165 donne a salvarsi la vita.
Elfu è una donna di 30 anni che viveva nel villaggio di Ambelta Godeti. Era sposata con 5 figli, e l’unica entrata economica che avevano proveniva dalla fattoria di famiglia. Quando suo marito ha deciso di prendere una seconda moglie, la situazione per Elfu è diventata insostenibile, ed è rimasta sola con i 5 figli, senza più un mezzo di sostentamento e senza una casa.
Elfu ha iniziato a vendere canna da zucchero per cercare di sopravvivere. Passava la giornata sulle strade del villaggio, mentre i figli erano dalla nonna. Con i suoi bambini viveva per strada, nel fango durante la stagione delle piogge.
“Mentre eravamo in questa situazione” ricorda Elfu, “ho sentito dell’esistenza di gruppi di donne nel villaggio che si occupavano di dare sostegno alle donne e combattevano per far rispettare i nostri diritti. Li ho contattati raccontando la mia storia. Il giorno dopo ho incontrato Aberu, la guida del gruppo. Mi è venuta a trovare e ha visto che stavamo vivendo nel fango sotto la pioggia. Mi ha detto che era una situazione che non avrebbe mai potuto tollerare”.
Aberu li ha accompagnati direttamente al distretto, ha dato ad Elfu e ai suoi figli un piccolo sostegno e una casa temporanea. Da qui, sono iniziate le pratiche per il processo, ed Elfu nell’attesa ha ricominciato a vendere canna da zucchero, banane e arance nei mercati. I primi profitti che arrivavano erano completamente dedicati alla sopravvivenza della sua famiglia.
“Dopo il processo, ho ottenuto un pezzo della mia terra e il mantenimento per i miei figli. Mi sono trasferita in città e ora la mia vita è diversa”.
Elfu riceve i profitti del suo appezzamento di terra, dividendoli con la persona che la sta curando. Per un certo periodo, ha anche lavorato in un ristorante e ha continuato a vendere frutta e verdura in un mercato. Durante la pandemia di Covid-19, le cose si sono fatte più difficili ed Elfu ha preferito interrompere le sue attività: “Sono una mamma single, se dovessi ammalarmi sarebbe impossibile gestire la situazione”.
Per questo nell’ultimo anno si è dedicata maggiormente alle attività agricole e alla vendita di legna da ardere a chi ne ha bisogno. Con quello che guadagna e che è riuscita a risparmiare, Elfu riesce a pagare le spese per la sua casa a Beke, per i suoi figli, incluse le rette scolastiche, i libri e le divise.
"Voglio ringraziare Aberu e Women Watch Group, perché mi hanno dato la possibilità di rialzarmi e riprendermi la mia dignità di donna e madre."