Il clima sta cambiando
Nel 2020 la provincia di Sofala, in Mozambico, è stata interessata da potenti inondazioni dovute alla crisi climatica. A un anno dal ciclone Idai, più di 70mila persone sono rimaste ancora una volta senza casa e senza raccolti.
“Non ho mai visto niente del genere nella mia vita”. Sono queste le parole di Angelina João, presidente dell’associazione Women Enterpreneurs della città di Buzi. Non sa spiegarsi come possa esistere un’inondazione di questa portata, anche se ipotizza che il cambiamento climatico possa avere delle responsabilità in merito.
Angelina ha 39 anni, è nata e cresciuta qui e di fenomeni ambientali ne ha visti accadere. Ma mai qualcosa che fosse in grado di distruggere completamente i mezzi di sussistenza di così tante persone, a così poco tempo da un’altra emergenza come quella del Ciclone Idai che nella zona di Mocuba distrusse 2000 case. “Qualcosa sta cambiando, è davvero difficile identificare cosa stia causando tutto questo, ma il clima sta cambiando”, continua.
Il gruppo Women Enterpreneurs di cui Angelina è presidente ha l’obiettivo di sostenere le contadine in seguito alle inondazioni e dare supporto alle donne che hanno subito violenze e abusi, fuggite dai propri mariti perché la rete di supporto dello Stato non è dalla loro parte. E più crescono insicurezza alimentare e difficoltà, più aumentano le violenze.
Questo disastro ambientale interessa di più le donne e le ragazze, racconta Angelina. La causa è dovuta al fatto che non c’è abbastanza cibo. Normalmente, “i mariti vanno al lavoro e le donne restano a casa, e se le donne provano a dire che i soldi non bastano si sentono rispondere: “Non sai come metterli da parte? Non sei capace a risparmiare?”. E così si innescano atti di violenza”. In Mozambico questa situazione interessa 8 donne su 10, per questo tra i nostri primi interventi nella zona c’è stata la costruzione di un centro di prima assistenza antiviolenza.
Adesso che i campi sono rovinati dalle inondazioni, Angelina e le altre si trovano a dover tenere testa a un’altra crisi alimentare importante. Per il momento, non resta che aspettare che il livello dell’acqua si abbassi. A quel punto, proveranno a coltivarla di nuovo.
“Serviranno nuovi semi da piantare per la prossima stagione, sperando che attecchiscano”.
Noi di ActionAid siamo in Mozambico da molto tempo. Per Angelina e le altre donne imprenditrici, stiamo lavorando per procurare dei semi capaci di resistere alle perturbazioni atmosferiche che non accennano a migliorare, e salvare così l’agricoltura della zona. Sempre continuando a sostenere il più possibile le donne e le ragazze di Buzi, per far sì che possano restare a lungo in un luogo sicuro e protetto.
Il nostro intervento rischia però di essere solo una goccia nel mare, se non verranno fermati i grandi investimenti delle banche e dei gruppi finanziari internazionali, che continuano a sostenere lo sviluppo dell’agricoltura industriale e l’uso delle fonti fossili, causando danni irreparabili specialmente nei Paesi più poveri.