Agroecologia in Kenya
Nella contea di Isiolo, nel nord del Kenya, gli impatti del cambiamento climatico si stanno facendo sentire duramente sulle comunità agricole e pastorali della zona. La zona è inoltre colpita da un’alternanza di periodi di estrema siccità e di alluvioni, che rendono le coltivazioni più difficili, a causa dell’erosione del suolo.
Amina, 29 anni, è la Presidentessa della Rete degli Agenti del Villaggio della Contea di Isiolo. L’abbiamo conosciuta grazie al progetto SAMPAK – Modelli Agroecologici di produzione sostenibile nelle aree aride e semi aride del Kenya – in partnership con CESVI e il nostro partner locale MID-P e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e ci racconta la sua esperienza.
Tra le attività centrali del progetto ci sono le formazioni dedicate alle donne, per favorire processi di empowerment e autonomia economica, creando coltivazioni agroecologiche resilienti ai cambiamenti climatici.
“Avevamo davvero bisogno di questa formazione perché nel nostro VSLA (l’associazione di risparmio e prestito del villaggio), spesso le donne hanno paura a chiedere un prestito perché non hanno idea di come gestire un’attività economica. Adesso saremo in grado di formarle su come gestire un’attività e come creare progetti innovativi così che possano accedere al credito”, racconta Amina.
No ai pesticidi chimici
Insieme a lei, parliamo con Christine. Hanno seguito insieme la formazione e adesso condivideranno quanto appreso con oltre 1.800 persone della zona: “Conosco già un gruppo che vorrebbe creare un’attività di agro-trasformazione di pomodori e potranno avere un prestito tramite la nostra associazione di risparmio e prestito. Altri gruppi si stanno occupando della coltivazione delle patate dolci e della farina che se ne produce. In alternativa potranno vendere le patate a un altro gruppo che si occupa di trasformazione di prodotti agricoli, che li venderà per loro”.
“Vivo nel villaggio di Elsa, nella zona di Burat Ward e ho una fattoria dove produco cipolle e pomodori – prosegue Amina – sto ancora usando pesticidi chimici, ma sto cercando di utilizzarne di più leggeri di quanto non facessi in passato. Mi sono infatti formata sulla materia e sto facendo i necessari passi per smettere di usare pesticidi chimici. Ho già un orto che coltivo secondo i principi dell’agroecologia. Inoltre sempre nella mia fattoria allevo mucche da latte, capre e polli”.
Noi di ActionAid stiamo inoltre incoraggiando le persone a sviluppare dei propri orti per avere alternative sostenibili e salutari rispetto ai prodotti solitamente acquistabili.
“Non conoscevo l’agroecologia prima di incontrare lo staff di ActionAid. Da allora ho imparato molto e sto coltivando cavoli e spinaci senza l’uso di pesticidi chimici. Questo ridurrà anche malori e malattie derivanti dall’uso di questi prodotti: il cibo sarà più sicuro e salutare, oltre ad essere più nutriente. Un altro vantaggio sarà risparmiare denaro non dovendo andare sempre al mercato, ma potendo cucinare i prodotti del proprio orto”.
L’attività a cui ha preso parte Amina rientra nel progetto “Modelli Agreocologici di Produzione Sostenibile nelle ASAL del Kenya (MAPSAK)” sostenuto dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.