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“La residenza è molto molto importante e in pochi ne conoscono il valore. Serve per aprire partita iva, avere un lavoro, aprire un conto in banca”.
Umeed Alì abita a Napoli, è un poeta e in rete non è difficile trovare le sue opere. Scrive in lingua punjabi, ma recentemente ha sperimentato anche in italiano.
Nonostante la grande passione per la poesia, Alì ha svolto vari lavori per mantenersi, senza risparmiarsi e ci spiega con estrema chiarezza le difficoltà incontrate e lo scoglio di non riuscire a iscriversi all’anagrafe.
“Senza residenza non puoi avere tessera sanitaria” sottolinea. E purtroppo sa quanto sia importante. Ha avuto problemi di salute in passato e il suo cardiologo in primis si era preoccupato di come Alì potesse proseguire le cure senza avere un medico di base.
Il legislatore negli anni ha escluso dall’anagrafe specifici gruppi sociali con finalità “punitive” - ad esempio i richiedenti asilo con i Decreti Sicurezza del primo Governo Conte - e prima ancora l’art. 5 del “Piano Casa” del 2014, nato per contrastare le occupazioni abusive, ha di fatto posto delle barriere insormontabili per migliaia di persone.
Queste norme, unite a prassi disomogenee sul territorio, creano barriere all’accesso a servizi fondamentali, come la sanità, a molte persone presenti sul nostro territorio.
Alì è riuscito recentemente a ottenere la residenza grazie al sostegno di un’associazione con cui collaboriamo a Napoli, dove il nostro lavoro si concentra sulle famiglie più vulnerabili in collaborazione con le comunità della diaspora.
Senza residenza? Senza diritti!
L'emergenza sommersa delle persone straniere e italiane escluse dall’anagrafe.
Scopri la campagna #DirittiInGiacenza