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Aleke ha 14 anni e vive nel distretto di Nsanje, in Malawi. A causa del Covid-19 la sua scuola è stata chiusa.
“Sono rimasta a casa per molti mesi. Il mio papà allora ha deciso che dovevo sposarmi. Mia madre non era d’accordo e si è opposta; anche io ho detto di no!”
La chiusura delle scuole nell’ultimo anno e mezzo ha avuto, per milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo, effetti drammatici non solo sulla povertà educativa, ma anche su matrimoni forzati e gravidanze precoci.
Il Malawi è uno dei Paesi con il più alto tasso di spose bambine al mondo. Il 42% delle donne ha contratto il matrimonio prima dei 18 anni, il 9% non aveva ancora 15 anni. Dall’inizio della pandemia le gravidanze tra le ragazzine sono oltre 40mila, i matrimoni forzati più di 13mila.
Le famiglie, rese ancor più povere dalla pandemia, ricorrono al matrimonio come meccanismo di sopravvivenza. Ma i matrimoni precoci hanno effetti devastanti, psicologici e fisici, per le bambine che li subiscono. Una sposa bambina che diventa madre corre rischi altissimi per la salute: il rischio di morte per sé e per il bambino aumenta fino al 50%.
Dalla sua chiusura, “solo nella nostra scuola 7 ragazzine sono rimaste incinte, e altre 8 si sono sposate”, ci racconta Richard Amid, Preside della scuola elementare Chikunkha.
È anche per questo che ricostruire la scuola, già resa parzialmente inagibile a causa del ciclone Idai del 2019, e dotarla di infrastrutture adeguate è fondamentale. Riportare i bambini fisicamente all’interno degli edifici non significa solo poter garantire loro una continuità educativa, ma anche offrire loro un luogo sicuro, in grado di sottrarli al rischio del lavoro nei campi e dei matrimoni precoci.
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