Stati Generali
È stato un weekend di rivendicazioni, di dialogo e di confronto, quello che si è appena concluso a Roma. Oltre 500 tra studenti e studentesse, docenti e operatori da tutta Italia si sono infatti dati appuntamento sabato 19 e domenica 20 febbraio per ripensare, in un processo democratico e partecipativo, il modello della Scuola Pubblica.
Sono stati questo, e molto altro, gli Stati Generali della Scuola, promossi da Unione degli Studenti (UdS) in collaborazione con noi di ActionAid Italia, Rete della Conoscenza, Link – coordinamento universitario, Federazione Lavoratori della Conoscenza – CGIL, Coordinamento Nazionale Precari Scuola, Sbilanciamoci, Arci, Libera, Legambiente, Priorità alla Scuola e altre organizzazioni. Una tre giorni densa di appuntamenti, incontri, dibattiti e assemblee tenutesi in diversi luoghi della città: un momento importante, di riflessione, scambio e condivisione, per ripartire da quello che non va e ripensare tutti insieme il modello di istruzione pubblica e il ruolo di questa nella società.
Il contributo di ActionAid
“Da oltre un anno ActionAid collabora con l’Unione degli Studenti per strutturare dal basso una nuova visione di scuola che parta da coloro che la scuola la vivono quotidianamente, in primis attraverso il protagonismo e la partecipazione di studenti e studentesse”. Nelle parole di Maria Sole Piccioli, nostra referente educazione c’è lo spirito con cui questo fine settimana abbiamo partecipato alla manifestazione. Dal supporto nell’organizzazione alla facilitazione di alcuni dei tavoli di lavoro organizzati, in particolare quelli legati alle tematiche partecipative e di rappresentanza, delle diseguaglianze educative, della cittadinanza e dell’anti-razzismo. “È fondamentale che i giovani abbiano voce sulle decisioni che li riguardano” spiega Corinne Reier, nostra community engagement officer “La voce degli studenti e delle studentesse, soprattutto in questa fase pandemica, non è stata tenuta molto in considerazione. Ma hanno molto da dire: ci sono idee positive, buone pratiche e tante proposte su come innovare la scuola, renderla uno spazio inclusivo e di democrazia. Perché la scuola è e deve essere il primo presidio di democrazia, non si tratta solo di apprendere nozioni ma anche di adottare uno spirito critico e imparare a conoscere i propri doveri, rivendicare i propri diritti e mobilitarsi qualora questi diritti non vengano rispettati”.
Dopo la conferenza stampa di venerdì sera allo Snodo Mandrione, con la presentazione del programma e gli interventi delle realtà promotrici, le attività vere e proprie hanno preso il via nella mattinata di sabato 19 febbraio.
Al Basket Playground di Scalo San Lorenzo, dove il grande striscione “Ora #decidiamonoi” campeggiava come sfondo dell’incontro, centinaia di studentesse e studenti da tutto il paese si sono dati appuntamento per iniziare le discussioni e i primi tavoli di lavoro: accesso all’istruzione e disuguaglianze; partecipazione e rappresentanza; antifascismo e antirazzismo per la mattinata di sabato. Divisi tra il parco dello Scalo Playground e le aule della Facoltà di Psicologia della Sapienza, il confronto è poi continuato nel pomeriggio con i tavoli su didattica e valutazione, salute e benessere psicologico, scuola e territorio.
Al termine della giornata di sabato, i e le giovani si sono ritrovati nuovamente al playground per l’azione simbolica dell’intitolazione del campetto a Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, i due studenti giovanissimi morti a pochi giorni di distanza sul lavoro dove si trovavano per un’esperienza di alternanza scuola-lavoro. Un momento molto sentito per ricordare, ancora una volta, che di scuola non si può e non si dovrebbe morire.
I momenti di dibattito hanno infine trovato una sintesi nella mattina di domenica, al Teatro Italia. Uno dopo l’altro, i e le rappresentanti dei sette tavoli di lavoro hanno restituito in plenaria le risultanze dei dibattiti e dei confronti, sintetizzando gli spunti e le proposte che saranno poi raccolte in un documento finale nei prossimi giorni. Tra le proposte avanzate, in presenza di alcuni rappresentanti politici quali Francesco Verducci (Pd), presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni culturali e Matteo Orfini (Pd), una legge nazionale sul diritto allo studio, più fondi strutturali in istruzione, didattica partecipata, maggiore integrazione con il territorio, educazione alla sessualità e assistenza psicologica all’interno delle scuole.
L’assenza del Ministero
“Si chiudono tre giornate intense di dialogo e confronto, di spazio e potere dato finalmente agli studenti e alle studentesse”continua Maria Sole Piccioli, nostra referente educazione “È stato emozionante partecipare a una riappropriazione di spazi fisici e mentali di democrazia e alla costruzione di un immaginario di scuola, costruito collettivamente. Il Ministero dell’Istruzione però non ha dato un buon messaggio, non avendo garantito la propria presenza al dibattito. Aspettiamo le reazioni nei prossimi giorni e le audizioni previste, consapevoli che questa è solo una tappa di un lungo periodo di rivendicazioni e di mobilitazioni che ci vedrà al fianco di Unione degli studenti. Perché anche noi condividiamo la loro utopia”.
LE TESTIMONIANZE DI