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La democrazia partecipata in Sicilia

In Sicilia esiste una legge (LR 5/2014) che obbliga a coinvolgere i cittadini e le cittadine con forme di democrazia partecipata per decidere insieme a loro come spendere ogni anno circa 4 milioni di euro di trasferimenti regionali ai Comuni. La legge prevede anche che i Comuni che non attivano procedure partecipative per la spesa di quei fondi debbano restituirli alla Regione. Secondo i dati disponibili, circa la metà dei Comuni Siciliani oggi restituisce quei soldi.

Per monitorare e promuovere l’utilizzo di queste risorse, il laboratorio di monitoraggio civico Libellula ha lanciato “Spendiamoli Insieme, una campagna e un sito che in collaborazione con decine di attivisti ed attiviste siciliani, racconta come i Comuni siciliani hanno speso (o non speso) questi fondi e quali sono le corrette procedure per spenderli bene.

Il sito mostra tutte le informazioni sul tema che è stato possibile rintracciare nei portali istituzionali dei 390 Comuni Siciliani.

Il monitoraggio

Si tratta di più di 2000 documenti ufficiali, tra cui 190 regolamenti sulla democrazia partecipata approvati dai Consigli Comunali, 902 avvisi che invitano la cittadinanza a partecipare alle decisioni in merito alla spesa dei fondi, 636 informative, soprattutto delibere di Giunta Comunale, che rendono note le decisioni prese.

I primi esiti di questa analisi indicano che circa la metà dei fondi disponibili viene ogni anno restituita dai Comuni alla Regione. Per quel che riguarda le somme impiegate in certi casi si nota un’apertura del processo partecipativo insufficiente verso la cittadinanza, mentre in altri casi emergono storie di partecipazione da cui derivano interventi significativi per la comunità locale.  Le azioni in questo caso riguardano principalmente l’arredo urbano, l’ambito sociale e culturale, lo sport, la scuola e il turismo.

La campagna di comunicazione

Spendiamoli Insieme ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulle opportunità offerte dalle legge. Con le associazioni, i cittadini e gli amministratori interessati, saranno organizzati incontri per la presentazione di modelli di buona spesa, per fornire l’assistenza e la formazione necessarie ad avviare il processo partecipativo nel proprio territorio. Dove sarà necessario si punterà anche a proporre modifiche alla legge.

Noi di ActionAid partecipiamo al progetto e sosterremo la campagna mettendo a disposizione competenze e metodologie per costruire, insieme alle associazioni locali, un modello di processo partecipativo realmente funzionante e trasparente da sperimentare in alcuni territori siciliani.

La legge della Regione Sicilia

Insieme alle associazioni locali elaboreremo una proposta per il miglioramento dell’attuale legge della Regione Sicilia che, tra i vari temi, insisterà sull’obbligo di ampia pubblicità che i Comuni devono dare all’azione di democrazia partecipata.

“La promozione della partecipazione rientra a pieno titolo nella strategia Agorà 2028 di ActionAid Italia, uno dei cui obiettivi consiste proprio nel dare voce a persone e comunità per rendere ricco e pluralistico il confronto nella sfera pubblica. Per questo motivo – sottolinea Sara Vegni, Capa Unità Resilienza di ActionAid Italia – guardiamo con interesse alla legge siciliana che è uno dei pochi strumenti istituzionali in tutto il territorio nazionale per l’applicazione concreta di pratiche di democrazia partecipata. Per funzionare bene, tuttavia, questa legge deve essere accompagnata da uno sforzo di trasparenza da parte delle amministrazioni per rendere chiari sia i tempi che i modi di applicazione della legge, e da un ruolo attivo della società civile regionale anche in ottica di un suo miglioramento.  Metteremo a disposizione competenze e metodologie come i policy labs per migliorare la normativa e costruire un modello per un uso corretto delle risorse per la democrazia partecipata da sperimentare concretamente in alcuni Comuni o territori siciliani”.

Photocredit: Messinatoday.it – ActionAid

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