Il giorno del terremoto, Mayia era nei campi, impegnata con altri a lavorare la terra. Quando ha sentito le prime, forti scosse il suo pensiero è andato al villaggio. Immediatamente è corsa fino a casa, rimanendo paralizzata nel trovarsi di fronte una devastazione totale. Della sua casa e delle altre non rimanevano che macerie. Tutto era distrutto, irriconoscibile.
Anche cinque delle sue caprette sono morte nel crollo della stalla ma per fortuna è riuscita a salvare due delle sue bufale. Troppo poco però per non disperarsi pensando al futuro.
“Quel giorno non abbiamo potuto cuocere del cibo né siamo riusciti a mangiare. Eravamo tutto scossi e abbiamo pianto senza sosta. Una ragazza in fondo alla via è morta, sepolta dalla sua stessa casa che si è accartocciata sopra di lei come se fosse di carta. Nei giorni successivi non avevamo nessun posto dove poterci riparare ed è stata molto dura, anche perché la stagione delle piogge era alle porte. Eravamo davvero molto preoccupati. Cucinavamo quel poco che riuscivamo a recuperare per strada, e lo mangiavamo riparandoci dal vento sotto una lamiera”.
Maiya e la sua famiglia hanno vissuto per diverse settimane sotto un foglio di lamiera e grazie ai primi soccorsi hanno avuto riso, lenticchie e fagioli. Maiya era anche rimasta senza soldi, sepolti e persi fra le macerie di casa e senza più animali, sua fonte principale di guadagno. Era veramente disperata.
Dopo un paio di settimane, ActionAid è riuscita a raggiungere il villaggio di Maidan e ha aiutato la comunità a costruire dei rifugi temporanei.
Grazie al nostro programma di ricostruzione è stata la comunità stessa a essere coinvolta e decidere il tipo di sostegno più utile e necessario. Nei mesi seguenti abbiamo continuato a essere presenti in loco dedicando particolare attenzione alle donne. Maiya, ad esempio, ha ricevuto alcune capre, per poter riprendere la sua attività di allevatrice di animali, la cosa che più desiderava!