Hanno resistito rimanendo in paese per due mesi, ma dopo la scossa del 30 ottobre hanno dovuto abbandonare il territorio nel quale sono cresciuti, a causa dell’evacuazione in seguito alla spaventosa scossa di domenica scorsa. Sono i ragazzi e le ragazze di Chiedi alla Polvere, un gruppo di giovanissimi che ha aperto, dopo il sisma del 24 agosto scorso, una pagina Facebook e ha tanti progetti, in corso di ideazione con il nostro supporto.
“Quello che ci lega nel profondo a questo luogo è il senso di appartenenza. Tutti sentiamo di appartenere a queste montagne che ci cullano da quando siamo nati. […] La consapevolezza più grande però è quella che ognuno di noi lotterà perché il nostro paese non venga abbandonato, farà di tutto per veder tornare le cose alla normalità, perché andremmo contro noi stessi non perseguendo questo proposito…”, è stato il loro primo post.
Chiedi alla Polvere è nato pochi giorni dopo il sisma, nella tendopoli di Borgo d’Arquata, una delle numerose frazioni di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Parliamo di ragazze e ragazzi tra i 17 e i 20 anni, che non vogliono andarsene da quelle montagne. Da quei borghi e da quei vicoli che attraversano fin da piccoli. Così hanno deciso di raccontare direttamente, senza filtri, quanto di sconvolgente è accaduto al loro paese. Ma non solo: vogliono mantenere la memoria viva, vogliono una ricostruzione sostenibile, vogliono narrare delle montagne che circondano i borghi e delle loro leggende. In altre parole: una redazione e un’associazione insieme che racconta ciò che vede e vuole costruire un futuro tra le montagne di Arquata.
Per questo, già dai primi giorni di settembre, abbiamo deciso di supportarli. Co-progettare assieme un percorso comune che possa sopravvivere alla chiusura delle tendopoli e attraversare l’inverno degli Appennini. E’ stato fornito un supporto logistico per le pratiche amministrative volte alla fondazione di un’associazione, necessaria anche alla futura creazione di un blog che si renda autonomo dai social network. Sono stati organizzati incontri con professionisti dell’architettura e del giornalismo, per individuare parallelamente le vie migliori volte a sviluppare progetti associativi sia nel campo dell’edilizia sostenibile, sia in quello del citizen journalism, ossia delle comunità che raccontano le comunità.
Abbiamo organizzato, per tutto il mese di ottobre, incontri formativi per imparare a scrivere un articolo, a “leggere una notizia” e a montare brevi video. Parallelamente l’associazione “Chiedi alla Polvere” prendeva forma. E qualcuno si è allontanato temporaneamente dal paese, ma non vedeva l’ora, ogni volta, di tornare ad Arquata.
Poi, le scosse che a fine ottobre hanno nuovamente sconvolto i territori, già colpiti in estate. E la fuga obbligata verso Ascoli e Porto d’Ascoli. Ma i ragazzi torneranno – questa è una delle poche certezze che hanno – non appena sarà revocata la zona rossa, attualmente estesa all’intero territorio comunale: “Noi andiamo avanti”, ci racconta determinato Andrea, uno dei fondatori di Chiedi alla Polvere, rimasto in paese fino a qualche giorno fa, e oggi temporaneamente con la famiglia ad Ascoli Piceno.
“Oggi siamo dispersi in diverse località – sottolinea – ci sarà da ripartire da capo, ma noi lo faremo. Lo faremo di nuovo, torneremo ad Arquata appena sarà possibile e continueremo la nostra attività, costruiremo i nostri progetti assieme ad ActionAid e a tutte le persone che in questi mesi ci hanno supportato”.