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Ridare spazi di partecipazione ai giovani esclusi dai processi politici che decidono il loro futuro

Giustizia climatica e cittadinanza inclusiva al centro delle richieste degli attivisti di ActionAid con “Occupy Democracy”, digital takeover del canale TikTok organizzato in occasione del lancio del Volume “Qualità della Democrazia”. 

SCARICA IL VIDEO RACCONTO DI OCCUPY DEMOCRACY 

Perché gli spazi di partecipazione dei giovani nel dibattito pubblico sono così ridotti? Perché è sempre meno presente la voce delle giovani generazioni nei luoghi dove vengono prese le decisioni politiche che li riguardano? È da qui che parte la riflessione di ActionAid confluita nel Volume “Qualità della Democrazia”, edito da Franco Angeli, e messa al centro di “Occupy democracy”, l’evento fisico e digitale dei giovani attivisti che ha preso vita a Bologna nell’ambito del Festival della Partecipazione (22-24 settembre). Ragazze e ragazzi hanno elaborato strategie di coinvolgimento e format per TikTok, scelto come strumento per reclamare spazio di parola e opinione. A guidare i lavori Aida Diouf Mbengue, attivista e prima tiktoker con il velo in Italia, con 1.6 milioni di followers, vincitrice del Diversity Media Awards come Creator dell’anno.   

Aida, che racconta la sua quotidianità sui social media combattendo il razzismo e l’islamofobia con ironia, ha messo a disposizione del gruppo di attivisti il suo linguaggio innovativo per creare esempi efficaci di narrazione sul canale TikTok di ActionAid. Uno spazio gestito per 30 ore dal gruppo di 25 attivisti arrivati da tutta Italia con contenuti video sui temi ritenuti più urgenti per il cambiamento. Dalla giustizia climatica alla cittadinanza inclusiva. Un digital takeover in cui ActionAid ha passato il potere in mano ai giovani e si è messa in loro ascolto.   

Temi ripresi e analizzati in “Qualità della Democrazia”, libro che raccoglie contributi degli esperti di ActionAid, da cui emerge come i giovani siano periferici nella distribuzione attuale del potere e delle risorse. Ma la frequente narrazione di una generazione di giovani apatica, disinteressata non regge il confronto con le loro reali paure e le mobilitazioni più importanti degli ultimi anni. Ad esempio, per quasi la metà dei ragazzi italiani (44%), più della media dei coetanei UE (39%), considera la tutela dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici come una delle principali priorità di cui dovrebbe occuparsi la politica. A pari merito con la lotta alla povertà (44%) e inferiore solo alla disoccupazione (considerata prioritaria dal 53%, Fonte Osservatorio Con i Bambini). Il divario tra preoccupazioni e luoghi di intervento per gli under 30 è sempre più evidente nella nostra democrazia: sempre meno spazi di parola rispetto alla questione ambientale, alla partecipazione nel sistema scolastico e ai nuovi fenomeni di marginalità come i NEET, fino ai diritti delle giovani donne a decidere della propria vita e del proprio corpo. 

“Solamente attraverso una partecipazione sostanziale si costruisce una democrazia vera, di qualità. Siamo di fronte a una sfida ambiziosa: rendere possibile una inversione delle relazioni di potere dando supporto alla sperimentazione di modelli organizzativi innovativi e ambiziosi dei giovani attivisti. ActionAid fornisce strumenti e competenze ai movimenti e ai giovani, restituendo loro uno spazio da protagonisti del cambiamento” spiega Marco De Ponte, Segretario Generale ActionAid.  

A partire dalla Global Platform, rete presente in 25 paesi e il cui obiettivo è supportare realtà di attivismo localmente radicate e globalmente connesse, capaci di coordinare e replicare le azioni per il cambiamento.  

Antonella Saccà, 28 anni di Reggio Calabria. Ha partecipato al Climate camp in Bangladesh, dove attivisti da 26 paesi diversi si sono riuniti per scambiarsi idee e pratiche efficaci sulla lotta alla crisi climatica: “Abbiamo lavorato insieme per individuare cosa fare a livello globale per riuscire a dare una risonanza ampia e nello stesso tempo ci siamo confrontati per capire come agire nel locale, per creare consapevolezza nelle persone. Per noi che era la prima volta che potevamo comprendere da vicino cosa accade nei paesi più colpiti dai danni dei cambiamenti climatici è stato chiaro che ciò che dobbiamo fare è decolonizzare il nostro approccio sulla giustizia climatica: ciò che pensiamo sia giusto per noi europei, non è per forza la cosa giusta da fare”.  

Il volume “Qualità della Democrazia” è pubblicato in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access http://bit.ly/francoangeli-oa 


Per informazioni:  
Alice Grecchi 
[email protected] / +39.3395030480   
Paola Amicucci 
[email protected] / +39.3457549218    
Daniela Biffi  
[email protected] /+39.3472613441 

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