Salute mentale sotto assedio. Preoccupano le condizioni di giovani e adolescenti
La comunità lgbtqi+ è la più a rischio esclusione e mancate cure
La storia di Kirk, ragazzo trangender di 17 anni, attivista per i diritti delle persone trans – FOTO
A due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le cicatrici psicologiche sono profonde e minacciano una intera generazione. A rischio soprattutto i giovani, che si trovano ad affrontare una cruda realtà: l’istruzione si è interrotta, le opportunità sono scarse e l’impatto psicologico della guerra continua a essere profondo. La situazione richiede il sostegno urgente della comunità internazionale per porre fine alla guerra e iniziare un lungo processo di ripresa che non lasci indietro nessuno.
“Lo stato della salute mentale in Ucraina è disastrosa. Le esigenze della popolazione, in particolare l’accesso a consulenze e terapie dei gruppi più vulnerabili, come la comunità LGBTIQ+, devono essere affrontati con urgenza. Ma l’unico modo per garantire che gli ucraini, soprattutto i giovani, possano vivere in pace e sicurezza e possano accedere al sostegno di cui hanno bisogno per riprendersi è la fine della guerra”, ha dichiarato Kirsten Sutherland, coordinatrice dei programmi umanitari di ActionAid.
LA STORIA DI KIRK: ESSERE TRANSGENDER OGGI IN UCRAINA. Kirk è un ragazzo transgender e attivista per i diritti LGBTQI+ e l’uguaglianza di genere insieme a Insight, associazione partner di ActionAid in Ucraina dall’inizio della guerra. Kirk fa parte del programma Young Diversity Ambassadors, che punta a coinvolgere i giovani nell’attivismo su temi chiave: la tutela dei diritti umani, Femminismo e diritti delle persone LGBTQI+, Cultura, arte, problemi ambientali e decolonizzazione.
“Sono Kirk, ho 17 anni, vengo da Chernivtsí, una piccola città dell’Ucraina. Quando è iniziata la guerra, mio padre mi ha detto di andare in Polonia per motivi di sicurezza. Il 1° marzo ero già a Poslin insieme a mio fratello maggiore. Oggi sono tornato a casa mia in Ucraina, la mia vita è cambiata. Sono coinvolto in attività, promuovo le mie idee di ricostruzione, idee di uguaglianza di genere. Ma la mia trasformazione transgender è diventata molto più complicata. Vivo in una città piuttosto piccola in provincia, con la guerra le persone sono andate via altre sono tornate dall’estero dopo tanti anni. È come ripartire da zero. Per la comunità LGBTQI+ i problemi sono cambiati. Ma sì, alcuni problemi sono diventati davvero difficili da risolvere.
Un anno e mezzo fa mi è stata diagnosticata una profonda depressione e volevo solo aspettare qui, morire e non fare nulla, ma ora mi sono ripreso. Oggi non sono in depressione profonda, riesco a trovare la forza di volontà e questa è la cosa più bella per gli esseri umani: che puoi volere qualcosa, desiderare, ora ho speranza per il futuro.
Ci sono un sacco di cose che mi fanno resistere. Sono, come ragazzo trans-gender di orientamento non tradizionale, diventato un attivista pubblico, e devo resistere e proteggere il mio diritto all’espressione. Devo difendere il mio diritto all’amore. Sono piuttosto giovane, e questo provoca dubbi da parte di molte persone adulte. E devo dimostrare loro che sono capace, che posso farcela.
Quando si parla di diritti umani, si è tutti d’accordo ma quando si tratta di uguaglianza di genere e quando si tratta di comunità LGBTQ è tutto complicato perché siamo una minoranza, perché non tocca direttamente la maggioranza delle persone. L’uguaglianza di genere è la cosa più difficile da raggiungere perché le persone semplicemente non vogliono pensarci. Non li tocca direttamente. O così credono. Nei prossimi anni mi vedo qui. Prima non mi vedevo in Ucraina nel mio futuro… Volevo solo scappare da questo paese a causa della corruzione, a causa della gente, e ora sto pensando che sì, voglio vedere questo paese senza corruzione, senza persone cattive e chiuse. Voglio vedere questo paese libero e fiorito… voglio vedere le persone in Ucraina felici, tutte quante”.
Molti giovani ucraini esprimono sentimenti di paura, rabbia e disperazione. Il senso di normalità è stato rimosso e la costante minaccia di violenza pesa sulle loro menti.
Nonostante le immense sfide, la resilienza dei giovani ucraini non viene meno. Molti fanno volontariato, partecipano a iniziative di costruzione della pace: ActionAid e i suoi partner sostengono programmi di supporto per donne e giovani sfollati e colpiti dalla guerra, le attività di formazione e sostegno psico sociale servono ad affrontare il trauma e a dare gli strumenti e la forza per far sentire la propria voce negli spazi decisionali e nelle loro comunità.
L’intervento di ActionAid. A partire da marzo 2022, ActionAid ha lavorato con quasi 40 organizzazioni partner guidate da donne, minoranze e giovani in 4 paesi: Ucraina, Polonia, Romania e Moldova, sostenendo più di 2 milioni di persone (da marzo 2022 a dicembre 2023: più di 1,1 milioni in Polonia, quasi 525.000 in Ucraina, più di 450.000 in Romania e 6.100 in Moldova). ActionAid ha aiutato oltre 380.000 persone ad accedere a servizi di protezione e assistenza (tra cui alloggi e supporto psicosociale e legale) e altre 704.000 hanno ricevuto forniture di soccorso essenziali, tra cui assistenza alimentare, kit per l’igiene e la dignità, vestiti invernali e medicinali. Inoltre, 1.4 milioni di persone hanno avuto accesso a informazioni chiave su come prevenire la tratta di esseri umani (informazioni rivolte alle donne rifugiate, ma anche a volontari, membri della polizia o agenti di frontiera) o a informazioni chiave per le sopravvissute alla violenza di genere, come linee telefoniche dirette, servizi medici o come ottenere consulenza legale. Più di 10.000 persone hanno partecipato a sessioni di sviluppo delle capacità personali per assumere un ruolo guida nella risposta umanitaria e nei futuri processi di recupero, oltre che ad attività giovanili ed educative.
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Photocredit: Murad Sezer