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L’anagrafe respingente. Una fotografia di Roma in emergenza  

In molti uffici del Comune di Roma sono attuate prassi di illegittima esclusione dall’iscrizione anagrafica. Le organizzazioni: «invertire la rotta, garantire i diritti»   

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In molti degli uffici anagrafici del Comune di Roma, le prassi attuate si discostano dalla normativa, anche in maniera macroscopica. La mancata iscrizione anagrafica può determinare un grave pregiudizio nella sfera sanitaria, sociale ed economica delle persone respinte. Chi è escluso dai registri anagrafici è nei fatti escluso anche dal Servizio Sanitario nazionale e dall’accesso al welfare ed è, per l’amministrazione comunale, invisibile. Anche alla luce della complessa emergenza sociosanitaria in corso, è indispensabile superare ogni prassi non conforme e garantire l’esercizio dei diritti. 

Molto spesso le molteplici forme di esclusione dalla registrazione della residenza riguardano chi, a vario titolo, è considerato indesiderato: chi ha un’abitazione ritenuta non idonea, chi vive in condizioni abitative informali, chi è considerato indecoroso, chi è percepito come un pericolo per l’ordine pubblico oppure, semplicemente, chi è povero.  

È quanto emerge dal documento L’anagrafe respingente. Una fotografia di Roma in emergenza, predisposto grazie al confronto e alla condivisione di saperi tra avvocati, attivisti, giuristi, operatori sociali e legali, e organizzazioni non governative. La fotografia fornita riguarda il Comune di Roma, nel suo complesso. In alcuni territori del Comune la normativa è applicata in maniera puntuale grazie all’impegno e alla professionalità di molti funzionari e amministratori pubblici. In altri territori del Comune, viceversa, la difformità tra legge e prassi è molto marcata.   

La mancata iscrizione anagrafica (e, a volte, l’iscrizione anagrafica per senza fissa dimora) comporta molto spesso, nei fatti e contrariamente a quanto disposto dalla legge, l’impossibilità o la difficoltà, per i cittadini stranieri, di conseguire il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. L’assenza di iscrizione anagrafica preclude, ad esempio, nella maggior parte dei casi, l’iscrizione al SSN e ai centri per l’impiego, il diritto alla previdenza sociale, la partecipazione ai bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, il diritto all’assistenza sociale, la richiesta di patrocinio a spese dello stato, il diritto all’elettorato attivo.  

Il 2021 sarà per Roma un anno molto importante. Le elezioni amministrative dovranno essere l’occasione per riflettere sul modello di città da perseguire. E’ indispensabile che, fin da subito, ogni prassi non conforme alla normativa sia superata e che, più in generale, il funzionamento dell’anagrafe sia al centro del dibattito politico e pubblico.  

Le prassi nel documento descritte riguardano alcuni specifici temi: ad esempio, la richiesta della documentazione che certifichi il titolo di godimento dell’immobile dove si risiede (come ad esempio il contratto di locazione), gli effetti diretti e indiretti dell’art. 5 del cd. Piano casa del 2014 (esclusione dalla residenza per gli occupanti), le procedure attuate per l’iscrizione anagrafica per le persone senza fissa dimora, la condizione dei cittadini extraeuropei, la verbalizzazione della mancata registrazione dell’iscrizione anagrafica, la cancellazione dell’iscrizione anagrafica, l’iscrizione anagrafica delle persone ospitate nei centri di accoglienza. Il quadro che emerge dall’analisi di queste prassi è allarmante.   

I dati evidenziano che dal 2014 al 2018 si è avuto il dimezzamento del numero delle iscrizioni per persone senza fissa dimora. Nel 2014, infatti, il numero delle iscrizioni per senza fissa dimora era di 37928. Nel 2018 è sceso a 19639: questo dato è anche il prodotto della delibera 31/2017 che ha modificato per procedure per l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora. Questo dimezzamento non sarebbe preoccupante se fosse semplicemente indicativo di una maggiore apertura degli uffici alle richieste di iscrizione anagrafica presso l’indirizzo di abitazione, ma purtroppo tale correlazione non corrisponde alle attuali prassi, risultate spesso repulsive verso qualunque tipo di dichiarazione anagrafica. 

L’anagrafe è un potente dispositivo di filtraggio, selezione, gerarchizzazione. È un confine invisibile ma reale: divide chi è iscritto all’anagrafe da chi, alla luce della propria condizione personale o delle caratteristiche della propria dimora, è respinto. È membro a pieno titolo della comunità territoriale soltanto chi consegue l’iscrizione anagrafica.  

L’emergenza socio sanitaria ed economica rende non più rinviabile l’accesso ai diritti anche per chi, allo stato attuale, ne è escluso. Nel documento sono descritte, in 10 punti, le iniziative che l’amministrazione del Comune di Roma può assumere per tutelare le persone e promuovere i diritti.  

Lista firmatari del documento:  

A Buon Diritto ONLUS, ActionAid, ASGI – Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, Black lives matter Roma, Caritas Roma, Centro Astalli, CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati, Comunità di Sant’Egidio, Focus – Casa dei diritti sociali, Intersos, Laboratorio 53, MEDU – Medici per i diritti umani, MSF – Medici senza frontiere, Médecins du Monde France – Missione Italia, Pensare Migrante.

Per informazioni: 
Dipartimento Comunicazione ActionAid Italia  

Alice Grecchi +39.3395030480 – [email protected]   
Paola Amicucci +39.3457549218 – [email protected]
Daniela Biffi  [email protected] – +39.3472613441