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Nessuna emergenza: gli accolti in Sicilia sono lo 0,21% della popolazione residente.  

ActionAid e Openpolis: in Sicilia centri sempre più grandi e diritti dei minori a rischio  

In Sicilia il 25% dei Msna ospitati in tutto il sistema di accoglienza italiano. Nel 2023 il 67% degli affidamenti dei centri ai gestori avviene senza gara.  

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La logica dell’emergenza, anche quando non esiste (gli accolti a fine 2023 sono solo lo 0,21% di chi vive in Sicilia, media inferiore a quella nazionale), guida l’approccio all’accoglienza fatto di prassi al limite della legittimità. Diversamente dal livello nazionale qui l’accoglienza straordinaria non costituisce l’ossatura del sistema: ma se il Sai in Sicilia ospita più del 48% delle persone accolte in regione a fine 2023, si registra una quota di presenze importante nei centri di prima accoglienza e hotspot (1673 persone) che rende il circuito gestito dalle prefetture Siciliane quello principale, con il 52% delle persone alloggiate a fine anno. In Sicilia ci sono il 90% dei posti disponibili a livello nazionale dei centri hotspot e insieme ai Centri di prima accoglienza (la Sicilia è terza dopo Puglia e Friuli Venezia Giulia per posti in Cpa: 554, il 12,5% del totale nazionale) ospitano quasi il 33% delle persone accolte complessivamente in Italia in questo tipo di strutture.  

L’esperimento siciliano, tra accoglienza Sai e sempre più detenzione

La regione è simbolo della sempre più evidente confusione tra prima accoglienza e sistema detentivo per richiedenti asilo in ingresso sottoposti alle procedure accelerate in frontiera.  Un esperimento che anticipa il fallimento della politica di delocalizzazione in Albania: la Sicilia si candida a divenire un vero e proprio hub di quello che il ministro Piantedosi ha definito “trattenimento leggero”. Per contro, il territorio è il più interessato in Italia dagli accolti in Sai (4.845 persone pari al 15,6% dell’intero sistema a fine 2023), e alcune province si distinguono per il maggior peso del sistema pubblico (Catania è la prima in Italia con oltre il 91% dei posti afferenti al Sai, Trapani è la terza con il 74% circa, Siracusa la settima con quasi il 58%) rispetto ai Cas. In questo contesto vale dunque la pena ricordare che la maggior parte delle richieste di asilo di persone provenienti da paesi considerati “sicuri” (individuati con il Decreto-legge 158/2024) viene respinta, ma non è sempre così e non sono casi isolati. A fine 2023, a livello nazionale, nel Sai erano ospitate ben 12.169 persone provenienti da questi paesi, il 39,3% del totale. Non si tratta quindi di territori sicuri, non ovunque e non per tutti. ActionAid e Openpolis stimano che siano accolti nel Sai (Sistema accoglienza integrazione in capo agli enti locali) circa 5.400 uomini adulti provenienti da paesi considerati sicuri.   

Anche in Sicilia crescono le presenze nei Cas minori

La Sicilia è la prima regione in Italia per presenze di minori soli a fine 2023: 1702 presenze tra Cas e Sai loro dedicati, il 25% del totale dei Msna ospitati nel sistema di accoglienza italiano. Crescono in modo particolare le presenze nei centri straordinari senza servizi garantiti che, 48 a fine 2020, diventano 407 a fine 2023. Questi sono concentrati in particolare nella prefettura di Enna (104 Msna) e di Messina (236); il rimanente 16% si trova tra la provincia di Catania (23) e quella di Palermo (44). Parallelamente, nonostante un incremento considerevole del circuito Sai dedicato ai Msna, le presenze nel sistema diminuiscono di quasi l’11% (rispetto al 2022, quando erano 1453) attestandosi a fine 2023 sotto i 1300 minori soli accolti (1295). Nonostante la Sicilia non abbia Msna inseriti in centri per adulti a fine 2023 (mentre se ne riscontrano 8 nella prefettura di Messina a fine agosto 2024), la gestione irrazionale dell’accoglienza colpisce anche i minori soli: mentre aumentano posti e inserimenti nei Cas minori, a fine 2023 si riscontrano ben 109 posti inutilizzati nei Sai loro dedicati della Regione.  

Arrivi limitati, ma centri sempre più grandi

La capienza media dei Cas a livello regionale è la terza in Italia dopo la Campania e il Molise: oltre 41 posti in media in 87 strutture dedicate ai richiedenti asilo presenti in Regione, con punte critiche nella prefettura di Siracusa (73 posti in media in 4 strutture), Palermo (13 strutture da 55 posti in media) e Trapani (oltre 52 posti mediamente in 6 centri). Di fatto tra i centri Cas per adulti quelli piccoli sono scarsi e in diminuzione rispetto al 2022: solo il 3% dell’accoglienza straordinaria, 95 posti in 6 centri da oltre 15 posti di media. Diminuiscono anche i posti in centri medi che passano da 1847 a 1758. Quelli nei centri grandi invece passano da 1185 a 1314, la sola categoria insieme alla prima accoglienza e agli hotspot ad aumentare sensibilmente (questi passano da 1379 posti del 2022 ai 1640 posti del 2023): complessivamente in queste tipologie si registra un aumento di 390 posti.    

Nessuna programmazione e gestione irrazionale: centri al collasso

I dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende ad aggirare il diritto ad un’accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti e riempiendo le grandi strutture fino a farle straripare. In Sicilia il fenomeno del sovraffollamento si registra principalmente nelle strutture di prima accoglienza interessate dall’approccio hotspot: a Lampedusa la situazione più critica a fine 2023 con 123 presenze oltre la capienza, seguita dal centro di Pozzallo con 46 persone in esubero. L’ultima struttura con funzione di hotspot presente nei dati (incompleti) forniti dal Viminale, il centro di primo soccorso e identificazione situato nell’ex caserma Gasparro di Messina, nello stesso giorno, significativamente, ha ben 124 posti liberi. Anche tra i Cas minori registriamo un seppur lieve sovraffollamento (parliamo di sole 7 persone in più distribuite in 3 centri) che però stupisce visto che, nello stesso giorno, in altre due strutture per Msna della medesima prefettura, vi sono 9 posti liberi.   

Al caos amministrativo e all’assenza di programmazione, la soluzione del Ministero è azzerare la trasparenza nella gestione dei Cas, anche in Sicilia. Nel 2023, benché inferiore a quello nazionale, un dato ugualmente allarmante: gli affidamenti diretti sono oltre il 67%. Nei primi 8 mesi del 2024 gli uffici del governo siciliani continuano a garantire un’accoglienza ridotta a guardiania, a scapito di trasparenza e diritti delle persone accolte: oltre il 26% delle assegnazioni sono ancora senza gara, un dato inferiore a quello riscontrato a livello nazionale, ma molto distante da quanto accadeva in Sicilia nel 2020, dove nessun affidamento era avvenuto in via diretta.  

 


Per informazioni:    
Ufficio Stampa ActionAid     
Paola Amicucci +39.3457549218 – [email protected]    
Alice Grecchi +339.5030480 – [email protected]      
Claudia Bruno +39.3311336562 – [email protected] 

 

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