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Intere famiglie alle prese con le conseguenze degli attacchi israeliani 

A quasi due mesi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco condizionale in Libano, migliaia di famiglie continuano a fare i conti con le devastanti conseguenze degli attacchi aerei delle forze israeliane. La fotografa libanese Dalia Khamissy, in collaborazione con noi di ActionAid, racconta la storia delle famiglie che lottano con il dolore, l’incertezza e la distruzione. 

Tra queste storie c’è quella di Marwa Al-Kayyali, 22 anni, che con la sua famiglia ha dovuto abbandonare la propria casa a Baalbek lo scorso ottobre, quando un avviso di evacuazione generale ha costretto decine di migliaia di persone a fuggire dalla storica città. 

“Pensavamo di partire per due giorni e tornare subito,” racconta Marwa. “Non immaginavamo che quei due giorni sarebbero diventati 66. Tornare e trovare la nostra casa distrutta è stato devastante: vetri a terra, polvere ovunque, tutto in rovina. Perdere la casa significa perdere ricordi, sogni e una parte di sé stessi.” 

Tra il 23 settembre e il 31 ottobre 2024, le forze israeliane hanno lanciato oltre 3.300 attacchi aerei in tutto il Libano, sfollando più di 1,3 milioni di persone, secondo un’analisi di ActionAid e Oxfam. Oltre 770.000 sfollati sono riusciti a tornare a casa dopo l’accordo sul cessate il fuoco, ma molti hanno trovato le proprie abitazioni gravemente danneggiate o completamente distrutte. 

Malak Sabah, rifugiata palestinese di 29 anni che vive in un campo profughi a Baalbek, racconta: “Non tutti hanno potuto tornare a casa. Mia sorella, ad esempio, vive ancora con noi perché la sua casa è completamente distrutta. L’intera strada è scomparsa. Ora è impossibile trovare case in affitto: troppi edifici sono stati distrutti.” 

Oltre alla devastazione materiale, il conflitto ha lasciato profonde cicatrici psicologiche. Marwa confessa di faticare a recuperare un senso di sicurezza: “Ripristineremo la nostra casa, ma la guerra ci ha colpiti come persone più di quanto abbia danneggiato i mattoni.” Anche Malak vive nell’ansia costante che la fragile tregua possa rompersi: “Gli aerei e i droni sono sempre sopra di noi. Non sembra un vero cessate il fuoco.” 

Ci auguriamo che la comunità internazionale condanni le violazioni del Diritto Umanitario Internazionale, come gli ordini di sfollamento forzato imposti durante il conflitto. Un recente rapporto che noi di ActionAid abbiamo pubblicato con Oxfam ha denunciato come queste azioni abbiano lasciato migliaia di famiglie senza protezione e riparo, sollevando gravi preoccupazioni su possibili crimini contro l’umanità. 

La distruzione in Libano è un promemoria della necessità di soluzioni durature e di supporto per le comunità colpite. Continueremo a lavorare sul campo per fornire aiuto immediato e promuovere un cambiamento che garantisca sicurezza, dignità e diritti a tutte le persone colpite dal conflitto. 

Photocredit social: Dalia Khamissy / ActionAid

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