Un video per raccontare le mutilazioni genitali femminili. Per entrare nei panni di Leila, una bambina che sta per subire le MGF e scoprire come poter fermare questa pratica fortemente lesiva dei diritti delle donne: è l’esperienza di realtà virtuale con cui sabato 5 maggio abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi “Non mi volto” per invitare ad adottare a distanza le bambine che vivono in Etiopia, Tanzania, Gambia, Ghana, Kenya e Nigeria, paesi del mondo in cui le MGF vengono ancora praticate.
Il video
Questo è il video che abbiamo tratto dall’evento. Dove c’è Leila, una bambina in una vecchia capanna, che sta aspettando di subire le mutilazioni genitali. Le persone che sono entrate in questa capanna hanno potuto sperimentare in prima persona sensazioni molto forti, intense. Si sono sentite emotivamente coinvolte, partecipi del destino della piccola Leila.
MGF: cosa sono, perché vengono praticate, e dove
Le MGF sono delle pratiche che vengono eseguite ancora oggi e che sono fortemente lesive non soltanto dal punto di vista fisico ma anche psicologico. Sul perché siano praticate, non c’è unanimità di vedute ma sembra che la loro funzione sia “preservare la purezza” della donna. È importante sottolineare che le mutilazioni genitali femminili non hanno niente a che vedere con questioni di carattere religioso.
Ancora oggi, almeno 200 milioni di donne e bambine subiscono mutilazioni genitali femminili in 30 paesi del mondo. Di queste, circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni. Le zone più interessate da questo fenomeno sono l’Africa sub-sahariana, alcune parti del Medioriente e dell’Asia.
Sebbene molti Stati abbiano varato leggi nazionali che vietano la pratica e dal 2008 oltre 15mila comunità abbiano dichiarato di averla accantonata, l’attuale tasso di abbandono delle mutilazioni genitali femminili non è abbastanza elevato da controbilanciare la crescita della popolazione, con il rischio che i casi assoluti di MGF possano aumentare nei prossimi anni (dati UNICEF).
“Non mi volto”
Hanno preso parte all’iniziativa, provando l’esperienza di realtà virtuale in prima persona: la regista Maria Sole Tognazzi, il Direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera, l’attrice Giulia Bevilacqua, l’Assessore Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e Beatrice Costa, Responsabile del Dipartimento Programmi di ActionAid Italia.
- Alberto Barbera: “Il merito di ActionAid è di lavorare a tutto campo sul tema della violenza nei confronti delle donne. Il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili nei confronti delle giovani donne è assolutamente inaccettabile. Per questo motivo, non possiamo volgere la testa dall’altra parte e dobbiamo sentirci personalmente coinvolti da questo tema, impegnandoci affinché venga messa la parola fine a questa pratica”.
- Maria Sole Tognazzi: “Quello che ActionAid fa è la cosa più importante del mondo: informare le persone. Perché attraverso l’informazione, partendo dalle scuole, si può forse ancora oggi cambiare cose che è impensabile che esistano. Il nome di questa campagna, “Non mi volto”, è il più adatto: non voltatevi, divulgate e fate conoscere questa problematica per fare in modo che si possa fare qualcosa anche da qui”.
- Giulia Bevilacqua: “L’esperienza che si vive in questa capanna è molto più forte di quello che si prova solo attraverso le parole. Si percepisce la paura e l’inconsapevolezza delle bambine che non sanno neanche bene cosa subiranno. L’opera di ActionAid è fondamentale per informare le persone che non conoscono questa pratica, diffusa anche nelle comunità migranti che vivono in Italia. Invito tutti a non voltarsi e a fare questa esperienza”.
- Pierfrancesco Majorino: “La storia della mutilazione e quindi della violazione del corpo e dei diritti della donna chiama in causa l’impegno globale per accogliere, aiutare e sostenere in ogni luogo del mondo le persone più fragili. Milano in questi anni ha scelto di misurarsi col tema, anche se non porta consenso. Abbiamo pensato come amministrazione comunale di non farci condizionare dalla logica della convenienza, ma di farci guidare dai principi in cui crediamo. La città, l’amministrazione comunale, il terzo settore, il mondo della chiesa e della cittadinanza attiva, dal 18 ottobre 2013 a oggi, hanno dato un tetto e assistenza a oltre 127mila persone che sono passate a Milano. Tante di loro sono donne e oltre 25mila bambine e bambini. Dietro questi numeri ci sono storie di persone in carne e ossa. Dobbiamo schierarci e stare dalla parte delle persone più fragili concretamente, non solo a parole”.
- Beatrice Costa: “In molti paesi la pratica delle mutilazioni è stata definita illegale, ma gli interventi di tipo normativo, pur fondamentali, non bastano. Serve un lavoro di prevenzione e accompagnamento delle comunità e di sfida ad alcune convinzioni, svolto secondo una logica non stigmatizzante ma cercando di costruire ponti di vicinanza. Grazie all’adozione a distanza lavoriamo ad ampio spettro su attività educative, formative e di empowerment, per superare pratiche che ancora oggi impediscono alle donne di essere libere. Occorre fare un passo concreto per non voltarsi e decidere di sostenere la sfida di ActionAid”.
Donne libere dalla violenza
Le mutilazioni genitali femminili sono una delle più gravi forme di violenza che una donna possa subire. Da anni interveniamo nelle comunità dove sono praticate organizzando incontri e percorsi di empowerment, lavorando con i leader religiosi, organizzando campagne di informazione sulla pericolosità di tale pratica.
Grazie a te e al tuo contributo, possiamo davvero fermare le mutilazioni genitali femminili.