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Esperti, parlamentari e mediatori sul posto per monitorare procedure e rispetto diritti 

30 gennaio

Le richieste d’asilo nei centri italo-albanesi sono state respinte in blocco, senza adeguate tutele legali, in aperta violazione del diritto internazionale ed europeo.

Denunciamo un sistema che nega ai richiedenti asilo il diritto alla difesa e a un equo procedimento. Le persone coinvolte, spesso vittime di violenze e persecuzioni, non hanno accesso a un avvocato né alla preparazione necessaria per le audizioni, compromettendo il loro diritto alla protezione.

Inoltre, avranno solo sette giorni per rivolgersi al Tribunale se la Corte d’appello di Roma confermerà il fermo. Un termine estremamente breve e quasi impossibile da rispettare considerando che si trovano confinati fuori dall’Italia, senza strumenti adeguati per difendersi. Questa gestione arbitraria delle richieste d’asilo evidenzia una politica di respingimento sistematico, che mina i principi costituzionali e il rispetto dei diritti umani.

28 gennaio 2025 ore 17.30

Le 49 persone trasferite, per lo più originarie del Bangladesh, insieme a sei egiziani, una persona dalla Costa d’Avorio e una dal Gambia, sono state portate presso l’hotspot di Shëngjin per le procedure di identificazione e per la valutazione delle vulnerabilità.

La delegazione del TAI, accompagnata dall’onorevole Rachele Scarpa, è entrata nella struttura per parlare con le autorità italiane incaricate della gestione. Durante il sopralluogo, è emerso che tra i trasferiti potrebbero esserci “uno o due minorenni” e “alcune persone vulnerabili” ancora in fase di verifica. Se queste notizie saranno confermate, queste persone dovranno essere subito ritrasferite in Italia. Le altre saranno spostate a Gjader, dove c’è il centro deputato all’accoglienza.

Non possiamo che ribadire le gravi criticità di questa operazione: gli accertamenti inerenti minore età e vulnerabilità dovrebbero avvenire prima del trasferimento fuori dall’Italia e nell’ottica del rispetto dei diritti fondamentali delle persone. 

28 gennaio 2025

È iniziata la terza missione del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI), in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare sull’immigrazione, in Albania per monitorare il trasferimento di 49 migranti a bordo della nave Cassiopea della Marina Militare. 

Nella delegazione anche Francesco Ferri, nostro esperto di politiche migratorie e che già aveva preso parte alla precedente missione del TAI.  

Il terzo viaggio della Cassiopea desta, infatti, preoccupazioni tra le organizzazioni di tutela dei diritti umani. Già in occasione dei due precedenti trasferimenti di ottobre e novembre 2024, con il TAI avevamo denunciato le numerose gravi violazioni del diritto internazionale e nazionale.  

Stamattina, 28 gennaio, la Cassiopea è approdata in Albania e le persone migranti sono attese al Centro di primo transito di Shengjin. Dovrebbero essere successivamente trasferite al centro di Gjader attrezzato per l’accoglienza, dove attenderanno a distanza la decisione della Corte d’Appello di Roma, attesa entro venerdì, in merito alla convalida o meno del loro fermo in Albania.  

A nostro avviso il “modello albanese” adottato dal Governo italiano risulta una manovra propagandistica che mette a rischio i diritti umani e crea un pericoloso precedente. Il Governo non ha infatti atteso neanche la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire questo tipo di operazioni.  

Preoccupa anche che a bordo della nave della Marina questa volta non ci fosse l’OIM – l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – che il Governo aveva precedentemente incaricato di effettuare le procedure di screening. Non è quindi chiaro chi e come ha realizzato le valutazioni di vulnerabilità, su cui già nei primi due trasferimenti del 2024 erano emerse criticità che avevamo denunciato.  

Con il Tavolo Asilo e Immigrazione sottolineiamo l’urgenza di garantire ai migranti l’accesso a un avvocato di fiducia, sia in fase di preparazione che durante le audizioni con la Commissione e in fase di eventuale convalida del trasferimento. Va ricordato che la mancata tutela legale rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali. 

Il trasferimento coatto verso l’Albania è un grave attacco alla democrazia e ai principi fondamentali del diritto. Questo atto deve preoccupare non solo per il mancato rispetto dei diritti e della dignità delle persone trasferite, ma anche perché rappresenta un pericoloso precedente.  

Faremo quindi tutto quanto necessario per condannare e opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile.  

Ci auspichiamo che i centri possano essere chiusi e non vengono più trasferite persone in Albania.  

Il Tavolo Asilo e Immigrazione riunisce oltre 20 organizzazioni della società civile. La sua missione è difendere i diritti dei migranti e promuovere un sistema di accoglienza basato su rispetto e dignità. 

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