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È un termine che capita di sentire in relazione al diritto alla terra e al diritto al cibo. E si tratta di un termine dietro il quale si nasconde un problema che andrebbe risolto, per aiutare non solo la natura ma anche intere popolazioni. Qual è il vero significato di land grabbing? E quali sono le sue implicazioni?

Cos’è

Il nome land grabbing significa, letteralmente, “accaparramento di terre”. Le aziende, soprattutto le multinazionali occidentali, puntano ad acquisire enormi estensioni di terreno da utilizzare per la coltivazione intensiva di prodotti da esportare (in particolare, sono utilizzate per produrre materie prime che, a loro volta, saranno utilizzate per la produzione di biocarburanti).

Le conseguenze

  • Innanzitutto, il land grabbing ha delle gravi conseguenze per il suolo che, coltivato intensamente, finisce per impoverirsi.
  • Le terre “accaparrate” sono coltivate da intere popolazioni che vi vivevano da decenni, se non da secoli. Quelle popolazioni sono costrette a spostarsi, e spesso questo avviene violando i diritti fondamentali.
  • Le modalità di acquisto dei terreni, in molti casi, non sono propriamente trasparenti.

I numeri del land grabbing a livello globale

  • 1.162: questo è il numero di contratti che sono stati stipulati.
  • 78 milioni di ettari: il land grabbing ha coinvolto, in tutto il mondo e in Africa in particolare, 78 milioni di ettari di terreno.

In Italia

Anche le aziende italiane hanno stipulato contratti per il controllo della terra. In particolare, lo hanno fatto in questi 12 Paesi:

  • Romania
  • Etiopia
  • Kenya
  • Tanzania
  • Mozambico
  • Madagascar
  • Gabon
  • Nigeria
  • Benin
  • Ghana
  • Liberia
  • Senegal

Cosa possiamo fare

Il land grabbing, quindi, è una delle più gravi violazioni del diritto alla terra. Una violazione che possiamo e dobbiamo fermare.

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