E’ già passato un anno da quando l’immagine del corpo senza vita del piccolo Aylan Kurdi su una spiaggia turca ha scosso le coscienze e ricordato a tutto il mondo il dramma della guerra in Siria.
Una guerra che sta coinvolgendo migliaia di bambini e cancellando intere generazioni. Bambini che, insieme alle loro famiglie, affrontano lunghi viaggi della speranza in cerca di un posto sicuro dove crescere. Bambini come Rasal, 5 anni, sopravvissuta a quello stesso viaggio dalla Turchia alla Grecia in cui tanti perdono la vita e arrivata a Lesbo.
Qui, nel campo di Moria, è stata accolta dallo staff di ActionAid insieme alla sua famiglia: babbo, mamma, un fratello e una sorella, Sidra, che piange continuamente ricordando la vita prima della guerra.
Rasal invece non ha ricordi senza guerra. “A casa ho sempre avuto paura. Abbiamo lasciato la nostra casa in Siria, perché mamma diceva che era troppo pericoloso restare. Abbiamo camminato per giorni e giorni attraverso le montagne, patendo il freddo, e dormendo insieme a molte altre famiglie”.
Il viaggio dalla Siria alla Turchia ha provato duramente la famiglia di Rasal, che lì ha poi incontrato i contrabbandieri con cui imbarcarsi verso la Grecia. La traversata è stata estremamente pericolosa. “C’erano onde così grandi che passavano sopra le nostre teste e faceva molto freddo. La mamma si è ammalata”.
Sbarcata a Lesbo la madre è stata accolta dal nostro staff, che l’ha accompagnata dai medici fornendo un interprete. Rasal e i suoi fratelli vengono curati dai mediatori culturali di ActionAid che hanno creato uno spazio per i bambini all’interno del campo dove farli stare insieme e giocare.
Il viaggio di Rasal e della sua famiglia non è però concluso, sperano di poter presto ripartire per Atene e proseguire per la Germania.
Non possiamo che augurarle un futuro sereno e sicuro.
Dall’inizio del 2016 sono già morte nel Mediterraneo 3.169 persone, nel disperato tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Tra loro molti bambini, come Aylan e come Rasal. Non dimentichiamoli.