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Nel territorio di Roma Capitale le procedure per la registrazione anagrafica che riguardano le persone senza fissa dimora sono, nel complesso, caratterizzate da problematiche strutturali e ricorrenti. Le persone senza fissa dimora sono frequentemente escluse dall’esercizio dei diritti; sono spesso esposte a procedure diverse da quelle previste dalla legge e, nella maggior parte dei casi, devono attendere moltissimo tempo per ottenere la registrazione.
La delibera n. 31/2017, emanata dall’amministrazione comunale precedentemente in carica, prevede che per ottenere questa tipologia di iscrizione anagrafica le persone senza fissa dimora siano sottoposte, in via preliminare, al colloquio con i servizi sociali del municipio di riferimento. Si tratta di un passaggio procedurale del tutto al di fuori dalle modalità e dai tempi previsti dalla normativa. La legge n. 35 del 2012, infatti, prescrive che anche questa tipologia di iscrizione anagrafica deve verificarsi entro 48 dalla presentazione della dichiarazione anagrafica. Viceversa, alla luce di questo onere preliminare previsto dalla delibera n. 31/2017 e non contemplato nella normativa, le persone senza fissa dimora aspettano anche molti mesi prima di poter effettuare il colloquio con i servizi sociali. L’esclusione dalla possibilità di conseguire l’iscrizione anagrafica impedisce l’esercizio di diritti estremamente rilevanti, che hanno a che fare con la sfera sociale, sanitaria economica e politica.
Più di un anno e mezzo fa l’assessorato ai servizi sociali ha organizzato un incontro con le organizzazioni e i movimenti attivi nella tutela dei diritti. Nell’ambito di questo incontro era stato prospettato il superamento dell’attuale delibera. A febbraio dello scorso anno l’assessorato aveva proposto una bozza di nuova delibera: si trattava di un testo dal contenuto giuridico e politico importante, migliorabile sotto alcuni profili ma dall’impianto complessivo apprezzabile, che di fatto superava l’attuale meccanismo.
A distanza di un anno, le organizzazioni e i movimenti non hanno avuto ulteriori notizie sulle sorti di questa proposta. Si tratta di un dato allarmante, per ragioni di merito e di metodo. Per quanto riguarda il primo profilo, è passato un altro anno senza che le persone senza fissa dimora possano esercitare il diritto alla residenza - e tutti gli altri diritti connessi - nell’ambito delle procedure previste dalla legge: è un circostanza non tollerabile. In secondo luogo, dal punto metodologico è indispensabile che un provvedimento così atteso, dal contenuto così rilevante, sia elaborato anche attraverso il confronto con le persone, le organizzazioni e i movimenti attivi nel campo della tutela dei diritti.
Per queste ragioni, le organizzazioni e le persone che sottoscrivono questo comunicato chiedono all’amministrazione comunale la tempestiva calendarizzazione di un incontro finalizzato alla ripresa del confronto in relazione al contenuto del provvedimento in modo che, successivamente, possa concludersi, in tempi rapidi, il percorso amministrativo per il superamento della delibera 31/2017 e la configurazione di procedure coerenti con il contenuto della legge, che garantiscano l’effettivo esercizio dei diritti.
Si tratta di uno snodo politico fondamentale per le persone che fanno quotidianamente esperienza dell’esclusione dai diritti e per la città nel suo complesso. Le procedure anagrafiche, infatti, hanno una notevole importanza politica, amministrativa, giuridica e simbolica. Per queste ragioni, è indispensabile invertire la rotta e configurare tempestivamente le nuove procedure.
Persone e organizzazioni firmatarie: