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“A Palazzo Chigi, evidentemente, hanno letto il nostro report, presentato pochi giorni fa, sul fallimento del sistema del decreto flussi: è la prima cosa a cui abbiamo pensato di fronte alle parole, in Consiglio dei ministri, della presidente del Consiglio Meloni che ha - finalmente - parlato di dati “allarmanti” relativi agli ingressi per lavoro in Italia e che, in alcuni passaggi, sembra proprio citare il nostro report, come quando afferma che esiste uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati. Di fatto, vengono riprese, una per una, tutte le evidenze emerse dal lavoro di monitoraggio che la campagna sta svolgendo proprio affinché siano note al paese - e ai decisori politici innanzitutto - le criticità e storture di un sistema che non solo non funziona, perché inutilmente rigido e non adeguato alle richieste del mondo produttivo e al contesto economico e geo-politico attuale, ma che finisce per creare irregolarità, lavoro nero e precarietà”, - dichiara la campagna Ero straniero. L’umanità che fa bene, promossa da A Buon Diritto, ActionAid, ASGI, Federazione Chiese Evangeliche Italiane (Fcei), Oxfam, Arci, CNCA, CILD, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, con il sostegno di decine di organizzazioni.
“Ormai è chiaro anche al governo che i proclami dei mesi scorsi si infrangono contro la realtà: non è bastato, infatti, aumentare le quote, coinvolgere le associazioni datoriali, rivedere la programmazione dei flussi per sanare le falle, enormi, di un sistema, quello della legge Bossi-Fini, irrazionale e inutilmente complesso, che ostacola la possibilità di accedere legalmente in Italia per lavorare, obbligando al ricorso a canali illegali, e impedisce di fatto l'incontro tra domanda e offerta, lasciando moltissime aziende senza manodopera o costringendole a ricorrere al lavoro nero e precario, con grave danno per la crescita del paese e per la vita di lavoratrici e lavoratori”.
“Bisogna intervenire, siamo d’accordo. Ma la prima misura da prendere, la più urgente, è salvare dall'irregolarità le decine di migliaia di persone che sono arrivate in Italia col decreto flussi, sperando di poter lavorare legalmente nel nostro paese, ma poi non sono sono state assunte dai propri datori di lavoro, veri o fasulli, e sono rimaste senza documenti e senza prospettive. In tutti quei casi in cui la procedura di assunzione non va a buon fine per motivi che non dipendono da lavoratrici e lavoratori, va rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione, che consenta loro di trovare un nuovo lavoro e avere il permesso di soggiorno. Più a lungo termine, invece, è proprio il sistema della Bossi-Fini che va superato, come da tempo chiediamo. Queste le proposte di Ero straniero: canali diversificati e flessibili, disegnati a partire non solo dalle esigenze del mercato del lavoro, ma anche tenendo conto delle aspettative di lavoratrici e lavoratori, come l'introduzione della figura dello sponsor o di un permesso per ricerca lavoro a fronte di garanzie economiche. E, per fermare la creazione di nuova irregolarità, la previsione di uno strumento di emersione su base individuale - sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie - che dia la possibilità a chi rimane senza documenti di mettersi in regola a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o di un effettivo radicamento nel territorio”.
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