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Il regolamento del 2014 che disciplina la vita all’interno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e le modalità di accesso da parte del mondo esterno sarà “a breve” riformato da un decreto ministeriale. ActionAid è oggi in audizione davanti alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani sulla trasparenza nell’informazione rispetto ai CPR in diretta sul sito del Senato. “Questa audizione è un’ottima occasione per rompere il velo di oscurità che circonda la gestione emergenziale delle migrazioni a partire dalla detenzione amministrativa e agevolare la partecipazione e il monitoraggio della società civile” spiega Fabrizio Coresi, Programme Expert on migration di ActionAid.
ActionAid, in collaborazione con l’Università di Bari, chiede alla commissione di fare proprie le richieste di trasparenza relative alle persone ed ai dati amministrativi riguardanti i CPR, di supportare la richiesta di inserimento di una clausola di trasparenza nel nuovo testo del regolamento, in particolare:
Il ricorso alla detenzione amministrativa di persone straniere per la sola mancanza di un permesso di soggiorno fa del CPR un contesto fortemente critico. I CPR sono strutture ben peggiori di quelle carcerarie e, di conseguenza, le persone sono private delle tutele e delle garanzie previste dall’ordinamento penitenziario, con gravi ripercussioni sui loro diritti fondamentali.
ActionAid, in collaborazione con il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, ha avviato un monitoraggio degli aspetti che hanno a che vedere con le persone detenute nei CPR: nazionalità, genere, numero di persone transitate, tempo medio di permanenza, motivi di uscita, ingressi di richiedenti asilo, richieste d’asilo. “Le nostre richieste fanno riferimento anche a dati amministrativi che consentano di colmare un vuoto informativo e monitorare quanto avviene nei CPR, per analizzare l’impatto di questa scelta politica e auspicabilmente dar vita a politiche lungimiranti che basino il criterio di efficacia sul rispetto dei diritti umani delle persone recluse e su possibilità diverse dal rimpatrio” continua Coresi.
Il sistema dei CPR è di fatto privatizzato: se è vero che i centri detentivi dipendono dal Ministero dell’Interno e localmente dalle Prefetture, la gestione è affidata a soggetti privati e lo Stato continua ad occuparsi degli aspetti repressivi che hanno a che fare con il mantenimento dell’ordine, l’identificazione e l’esecuzione del rimpatrio. “Appare chiaro come la trasparenza sia da considerare un antidoto (non sufficiente, ma necessario) alla violazione dei diritti fondamentali e alla criminalizzazione della componente straniera della nostra società, nonché ciò che può consentire di uscire da un approccio emergenziale alle politiche migratorie” conclude Fabrizio Coresi, Programme Expert on migration di ActionAid.
Per informazioni:
Dipartimento Comunicazione ActionAid Italia
Alice Grecchi +39.3395030480 – [email protected]
Paola Amicucci +39.3457549218 – [email protected]
Daniela Biffi [email protected] - +39.3472613441