Ancora naufragi. Ancora morti. La cronaca di questi giorni ci sta raccontando nuove, strazianti, tragedie nel Mediterraneo. Che purtroppo non sono le prime; e non saranno neanche le ultime, se non facciamo niente per cambiare le cose.
Senza contare i decessi degli ultimi giorni, dal 2014 ad oggi 17.833 migranti hanno perso la vita in mare, nel tentativo di raggiungere l’Europa (dati UNHCR). Un numero altissimo, soprattutto se si pensa che molte di queste morti si sarebbero potute evitare offrendo a chi fugge da guerre e persecuzioni delle soluzioni alternative, legali e sicure per raggiungere il nostro continente.
Noi di ActionAid siamo tra i promotori italiani di “Welcoming Europe” l’Iniziativa dei cittadini europei che chiede di decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri e proteggere le vittime di abusi.
È proprio il secondo punto della proposta, l’apertura di vie d’accesso legali e sicure verso paesi disposti ad accogliere, che potrebbe evitare tantissime tragedie.
Nel creare canali di ingresso sicuri, sono fondamentali i cosiddetti programmi di sponsorship. I richiedenti asilo e i rifugiati che beneficiano di questi programmi possono infatti ottenere dei visti di ingresso con il sostegno di sponsor privati (società civile, comunità, organizzazioni volontarie, associazioni religiose, organizzazioni non governative, aziende private, famiglie), che consentono loro di raggiungere l'Europa in maniera legale e sicura, senza diventare facile preda di trafficanti di esseri umani. Gli stessi sponsor, in seguito, si fanno carico dell’accoglienza e seguono il processo di inclusione sociale, rendendo più semplice e rapida l’integrazione di queste persone all’interno delle comunità.
Questi programmi, complementari a quelli statali di reinsediamento (il trasferimento di rifugiati, riconosciuti dall’UNHCR, verso paesi terzi che mettono a disposizione un certo numero di posti), si sono già dimostrati efficaci in diversi paesi. L’UE però, al momento, non ha previsto un budget dedicato al loro sviluppo.
In Canada l’istituto della sponsorship privata ha una tradizione lunga più di 40 anni, che ha permesso alla società civile canadese di accogliere circa 300 mila rifugiati.
In Europa questo strumento ha iniziato a diffondersi solo recentemente. Sono state proprio alcune organizzazioni religiose italiane (Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Chiese valdesi e metodiste, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Conferenza Episcopale Italiana) ad aprire nel 2016 i primi Corridoi Umanitari, prima dal Libano e poi anche dall’Etiopia, firmando degli accordi specifici con il governo italiano. I Corridoi, interamente finanziati da fondi privati, hanno permesso a più di 2 mila richiedenti asilo di raggiungere l’Italia in sicurezza e qui essere accolti e integrati all’interno delle comunità sul territorio.
I risultati positivi di questi programmi pilota hanno incoraggiato l’adozione di questo modello anche in Francia e in Belgio, dove organizzazioni cristiane hanno aperto corridoi umanitari sul modello di quelli italiani.
Con l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Welcoming Europe”, chiediamo alla Commissione Europea di mettere a sistema l’esperienza sperimentata con i Corridoi umanitari, modificando il Regolamento UE 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e attivando un nuovo programma di finanziamento nell'ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) per sostenere i programmi di sponsorship privata della società civile; affinché sempre più cittadini e associazioni possano essere liberi di accogliere.
La società civile può offrire un contributo rilevante nel fornire vie di ingresso sicure e legali, complementari ai programmi di reinsediamento offerti dagli Stati; e le sponsorship private possono rivelarsi fondamentali per il processo di integrazione dei rifugiati appena arrivati, grazie al sostegno e alla mobilitazione delle comunità di riferimento.
(photocredits: Karin Schermbrucker/ActionAid -Karpov/SOS Mediterranee)