Nell’area colpita dal sisma abitano 12 milioni di persone. 4.2 milioni gli sfollati interni nel nord-ovest della Siria. Situazione sempre più complessa per persone già provate da 12 anni di guerra.
10 marzo
Uno dei focus del nostro intervento è il sostegno psico-sociale. In Siria molti bambini non hanno mai vissuto in una casa e hanno sperimentato solo gli anni del conflitto, a cui si somma ora il trauma del terremoto. Le attività che portiamo avanti mirano quindi a sostenere loro e le loro famiglie per tutelare la loro salute psicologica in questo momento complesso.
21 febbraio
Doppia catastrofe. Il nuovo sisma di 6.4 sulla scala Richter causerà con tutta probabilità altri gravi danni e vittime. Con l’organizzazione nostra partner locale Violet siamo sul posto e stiamo rapidamente valutando come adeguare la nostra risposta. La popolazione è stata invitata ad allontanarsi dalla costa per il sopraggiunto pericolo di innalzamento del livello del mare. La previsione è che i rifugi vadano a riempirsi ancora più velocemente. Ahmad, responsabile dell'area di Violet nel nord-ovest della Siria, ha dichiarato: "I mercati sono stati temporaneamente chiusi a causa dei terremoti, il che ha portato a un aumento dei prezzi". I prezzi del cibo a esempio sono cresciuti del 20-40%. Per questo oltre a kit di prima emergenza, stiamo fornendo anche assistenza in denaro, raggiungendo migliaia di famiglie comprese quelle che danno alloggio agli sfollati.
In questo terribile momento il tuo aiuto è quanto mai prezioso.
14 febbraio
40.000 morti è l’impressionante bilancio delle vittime ad oggi. La situazione particolarmente drammatica nel nord-ovest della Siria non migliora. Manca il supporto della comunità internazionale in una zona duramente provata dalla guerra degli ultimi 12 anni e con milioni di sfollati. Racha Nasreddine, direttrice ActionAid per la regione araba conferma difficoltà e ostacoli delle squadre locali di soccorso. Capacità e risorse limitate e difficoltà di accesso all’area rallentano i soccorsi e aggravano il bilancio delle vittime. "Gli aiuti dovrebbero essere distribuiti equamente a tutte le persone colpite dal terremoto, in base alle necessità e indipendentemente da chi controlla il territorio in cui si trovano, in conformità con i principi umanitari riconosciuti a livello internazionale. Tutte le parti in conflitto all'interno della Siria e degli Stati confinanti (compresa la Turchia) devono garantire sia l'assistenza sia la protezione umanitaria”.
In questo terribile momento il tuo aiuto è quanto mai prezioso.
10 febbraio
Oltre 22.000 morti e un bilancio che continua ad aumentare.
La situazione in Siria e Turchia è drammatica e va ad esacerbare situazioni già complesse: i bambini siriani non conoscono neanche il significato del termine “casa”. Molti tra loro sono nati e/o cresciuti in tenda a causa del conflitto.
Dal campo arriva la testimonianza di Sawser Talostan, soccoritore locale in Siria, dove opera con un nostro partner locale.
“Il terremoto di febbraio ha riportato alla memoria dei siriani ricordi terribili, sia per chi è rifugiato in Turchia sia per quanti si trovano sfollati nel nord-ovest della Siria. Dopo la prima scossa, quando le persone hanno provato ad avvicinarsi alle case per recuperare le loro cose si è verificata una forte scossa di assestamento che ha fatto crollare gli edifici rimasti in piedi bloccando altre persone sotto le macerie. La tragedia - se possibile - si è aggravata ulteriormente. Le persone sotto le macerie urlavano, i soccorsi erano difficili. Camminavamo per le strade e sentivamo solo urla. Il nord-ovest della Siria ospita 4,2 milioni di sfollati interni che vivono in rifugi temporanei, tra cui tende e case costruite in modo precario. I bambini non conoscono nemmeno il significato della parola casa perché sono nati o vivono in una tenda, e alcuni di loro non conoscono nemmeno il significato della parola scuola. Sono loro i più colpiti dal terremoto e migliaia di famiglie che si sono ritrovate nuovamente sfollate senza nulla, in mezzo a temperature che di notte scendono sotto lo zero. Eppure li abbiamo visti grati. Grati di essere sopravvissuti, mentre intorno a loro i corpi dei morti venivano rimossi da sotto le macerie. Le squadre di volontari hanno trovato anche il corpo di un bambino di appena due giorni. Abbiamo visto con i nostri occhi quanto questa tragedia sia grave perché la gente vagava per strada senza coperte, senza cibo e senza accesso ad alcun mezzo di comunicazione, né a denaro contante. Le persone hanno iniziato a spostarsi nei campi di sfollati, che presto sono diventati sovraffollati. Tutte le tende disponibili sono state prontamente utilizzate per fornire un riparo alle famiglie colpite e la sfida più grade ora è quella di aiutare le persone soccorse. Il terzo giorno il freddo si è fatto estremamente intenso e abbiamo rafforzato la distribuzione di coperte e cibo. La situazione è leggermente migliorata ma rimane la carenza di pasti pronti e se il clima dovesse peggiorare ancora la tragedia non potrà che aggravarsi ulteriormente e l’invio di aiuti diventerà ancor più complicato”.
Attenzione a donne e rifugiati
La nostra massima attenzione è su donne, ragazze, comunità vulnerabili. Il rischio di subire violenza di genere è purtroppo elevato durante situazioni di emergenza. Ne avevamo parlato qui in riferimento al terremoto di Haiti, ma è uno scenario osservato in ogni crisi umanitaria.
Come racconta “Racha Nasreddine, direttore regionale di ActionAid per la regione araba:
“le donne e le ragazze sfollate in Siria o rifugiate in Turchia erano già in una situazione molto vulnerabile prima del terremoto e ora hanno visto distrutte le loro case e i loro mezzi di sussistenza”.
Tra le priorità individuate dal monitoraggio sul campo con i nostri partner locali ci sono quindi il bisogno di spazi sicuri per donne e ragazze e la distribuzione di prodotti per l’igiene. Anche gestire il ciclo senza avere a disposizione privacy e prodotti adeguati può diventare un ulteriore problema.
Difficile anche l’accesso agli ospedali per le donne incinte, con conseguente rischio di complicazioni.
La difficile situazione economica
Lo scenario è ulteriormente aggravato da una pesante situazione economica che sia Siria che Turchia stanno fronteggiando. A titolo di esempio in Siria negli ultimi due anni i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti del 532%, creando una situazione di insicurezza alimentare su una popolazione già in difficoltà a causa del lungo conflitto.
A gennaio 2023 in Turchia l’inflazione ha toccato quota 57,68% ed è cresciuto anche il costo degli affitti.
Diventa di fondamentale importanza una risposta umanitaria efficace, così come la possibilità per le organizzazioni umanitarie di avere un accesso sicuro e senza ostacoli ai luoghi del sisma per poter aiutare le comunità più colpite.
L’intervento di ActionAid
Grazie ai nostri partner locali fin dalle prime ore ci siamo attivati per monitorare i bisogni più urgenti della popolazione: cibo, acqua potabile, kit igienico-sanitari, vestiti e coperte invernali.
La nostra massima attenzione va inoltre alla tutela di donne e bambini con l’obiettivo che possano rifugiarsi in spazi sicuri e avere sostegno psicologico.