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Cosa intendiamo per redistribuzione delle risorse? Quando parliamo di questo tema, ci riferiamo allo squilibrio delle relazioni tra Paesi, al potere e alla ricchezza che sono nelle mani di pochissimi. Una situazione che riguarda tanto l’Italia quanto il mondo intero.
La povertà in Italia è un problema sempre più pressante. Circa un terzo della popolazione italiana, per la precisione il 28,7%, è a rischio povertà o esclusione sociale: questo è quanto emerge dai dati Istat. Non soltanto: nel 2017, oltre 4 milioni e mezzo di persone vivevano in condizione di povertà assoluta.
Sono le categorie più deboli a risentirne maggiormente:
L’introduzione del REI, il reddito d’inclusione, è stata un importante passo avanti verso una più equa redistribuzione delle risorse in Italia. Ma non basta. Perché occorrono delle misure specifiche per aiutare le categorie più deboli, misure come percorsi di formazione per i giovani e aiuti per inserire le donne nel mondo del lavoro.
“Fame Zero” è uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, da raggiungere entro il 2030. Per rendere l’idea della sua urgenza, basti pensare che, dal 2015 al 2016, la fame nel mondo è aumentata: si è passati da 777 milioni di affamati a 815 milioni di persone che soffrono la fame.
Possiamo raggiungere quest’obiettivo passando per una più giusta redistribuzione delle risorse nel mondo. E possiamo riuscirci:
Dobbiamo partire dalla necessità di redistribuire le risorse non soltanto a livello nazionale ma anche a livello globale. A tal fine, le nostre azioni puntano a quattro grandi macro‐obiettivi:
Solo così potremo costruire una società più giusta ed equa, dove tutte le persone hanno gli stessi diritti. E, soprattutto, dove le persone possono avere una vita degna di questo nome.