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La povertà in Italia è un problema che presenta diversi aspetti. Ed è un problema che non risparmia nemmeno i giovani. I quali, se non opportunamente aiutati e supportati, vanno a incrementare i numeri della povertà assoluta e si vedono negata qualunque possibilità di sperare in un futuro migliore.
Secondo i dati Istat, la povertà assoluta (la condizione nella quale una famiglia, in un mese, è in grado di sostenere una spesa pari o inferiore a quella appena sufficiente per comprare i beni e i servizi considerati essenziali), nel 2016 ha riguardato 1 milione e 619mila. L’incidenza è salita dal 18,3% del 2015 al 26,8% del 2016.
Parallelamente alle famiglie, è peggiorata anche la condizione per i giovani. Infatti, i giovani (età compresa tra 18 e 34 anni) che nel 2016 vivevano in condizione di povertà assoluta erano 1 milione e 17mila, pari a circa il 10% del totale delle persone in povertà assoluta. Nel 2015, i giovani rappresentavano appena il 3,1% del totale dei poveri.
A questo, bisogna aggiungere anche il dato sui minori poveri, che, sempre nel 2016, ammontavano a 1 milione 292mila (pari al 12,5% delle persone che vivono in condizione di povertà assoluta).
Un capitolo a parte va dedicato ai NEET, “not in education, employment or training”, ovvero giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano, hanno smesso di cercare lavoro e non sono impegnati in nessun percorso formativo che permetta loro di poter trovare un’occupazione. In Italia, si stima che questi giovani siano circa 2 milioni e 800mila. Questi giovani, in linea di massima, vivono con le famiglie, gravando sul reddito familiare. Ma, a lungo andare, sono particolarmente a rischio povertà ed esclusione sociale.
I giovani in generale e i NEET in particolare devono affrontare, ogni giorno, grandi difficoltà per trovare un lavoro e hanno perso fiducia nel fatto di riuscirci.
Invece, dobbiamo fare in modo che questi giovani riacquistino la fiducia in loro stessi e abbiano maggiori possibilità di trovare un’occupazione. E possiamo riuscirci.