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Nel 2015 il numero complessivo di migranti internazionali è stato di circa 244 milioni, il 41% in più rispetto al 2000. Il rischio è di cadere in una facile retorica dell’aiutiamoli a casa loro. Per questo nel rapporto “Migrazioni, sicurezza alimentare e politiche di cooperazione – Esplorare il nesso oltre le semplificazioni” facciamo il punto sulle cause profonde delle migrazioni e sui legami fra sicurezza alimentare e politiche di cooperazione.

Le migrazioni sono il risultato di complesse dinamiche alla cui base vi sono elementi anche molto diversi fra loro: fattori di natura ambientale, sociale, economica e politica; conflitti, disastri naturali, cambiamento climatico, povertà, insicurezza alimentare, mancanza di lavoro, ecc.

Nel caso delle migrazioni forzate, sono le donne a pagare il prezzo più alto perché possono essere vittime del traffico di esseri umani e dello sfruttamento. Quelle che rimangono combattono e faticano ogni giorno per assolvere ai loro doveri di madri e ricoprire il ruolo che era dei loro mariti in agricoltura. Intervenire sulle cause profonde ha quindi senso se è fatto per combattere la povertà e le diseguaglianze, proteggendo e realizzando i diritti umani di tutte le persone, migranti e non.

Lo sviluppo agricolo e rurale e la sicurezza alimentare e nutrizionale possono certamente aiutare perché creano alternative e migliorano i mezzi di sussistenza a disposizione delle persone. Tuttavia, lo scopo ultimo delle politiche di sviluppo deve essere quello di rendere la migrazione una libera scelta in grado di migliorare la propria vita e quella della famiglia e della comunità e non un’azione fatto al solo scopo di controllare e ridurre i flussi.

Il rapporto Migrazioni, sicurezza alimentare e politiche di cooperazione – Esplorare il nesso oltre le semplificazioni è disponibile in italiano e in inglese al seguente link: https://www.actionaid.it/informati/pubblicazioni/migrazioni-e-cooperazione

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