Cosa vuol dire essere donna durante un conflitto.

Donne in guerra: la storia di Mulanga

By ActionAid

July 17, 2018

Le donne in guerra, insieme ai bambini, pagano sempre le conseguenze più gravi dei conflitti. Mulanga (non è il suo vero nome) è una di esse: ha 19 anni e vive nella provincia centrale di Kasai, Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Violenza sulle donne

In tutto il mondo, circa una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella vita. I fattori che aumentano il rischio di subirla sono diversi. Vivere in zone di guerra è uno di essi.

Il conflitto nel Kasai

Un grave conflitto ha colpito la comunità Kasai dal 2016. Si ritiene che il conflitto sia scoppiato dopo la morte di un leader locale, Kamwena Nsapu, che ha causato uno sfollamento di massa dalla zona. Molte famiglie sono fuggite per nascondersi nella foresta, ma i continui spostamenti hanno reso difficile per molti trovare cibo nutriente per intere settimane e a farne le spese sono stati i bambini: molti sono morti a causa della malnutrizione.

Le milizie armate che si sono trasferite a Kasai hanno ucciso molti uomini, mentre le donne sono state prese di mira come oggetti sessuali. Mulanga è una delle tante donne coinvolte nel conflitto.

La violenza

Il conflitto era in corso da circa un anno. Agosto 2017: quattro uomini armati aggredirono Mulanga. Lei non vorrebbe tornare con i ricordi a quei momenti. Ma trova comunque la forza di parlarne:

“Mi coprirono la faccia con un panno mentre ognuno di loro si avvicinava per violentarmi. Hanno portato via mio marito e non l'ho più visto da quel giorno. Sospetto che possano averlo ucciso”.

La fuga e l’emarginazione

In seguito all’aggressione, Mulanga (che aveva già avuto un bambino, ora di 4 anni, con suo marito) e sua madre (49enne, anch’essa aggredita e violentata) fuggirono dal villaggio. Attualmente, vivono in un altro villaggio, a circa duecento chilometri di distanza da quello della violenza. Violenza dopo la quale Mulanga scoprì di essere incinta.

“Sono turbata da ciò che le persone dicono di me. Alcuni mi chiamano prostituta perché ho un figlio di cui non conosco il padre. In questa comunità, se non hai un marito non sei trattata con rispetto” racconta sconvolta.

Non soltanto suo marito: anche suo fratello e sua cognata sono scomparsi quando è scoppiata la guerra nel loro villaggio. Mulanga e sua madre temono che siano stati uccisi. La famiglia vive in una casa di tre stanze, il cui affitto viene pagato da un’associazione locale.

L’aiuto

Mulanga è tra gli abitanti della provincia centrale di Kasai della Repubblica Democratica del Congo che beneficiano dei vari interventi che portiamo avanti in zona, con il sostegno dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Ha partecipato a diversi corsi di formazione sulla violenza sessuale e di genere organizzati da personale che abbiamo formato appositamente. I corsi hanno lo scopo di spiegare alle donne quali sono i loro diritti, come fronteggiare le situazioni a rischio e dove rivolgersi per denunciare eventuali violenze subite.

Oltre alla formazione, supporteremo Mulanga con un finanziamento per poter aprire un’attività indipendente. L’autonomia economica femminile è fondamentale nella lotta alla violenza di genere.

“Guadagnando in autonomia – racconta ancora Mulanga – spero di riuscire ad acquistare il necessario per la mia famiglia, a cominciare dal cibo per i miei figli, senza dover dipendere dalle donazioni. Vorrei riaprire una piccola bottega di prodotti alimentari, è il lavoro che avevo prima che il conflitto cominciasse. Se avrò soldi cercherò anche il modo per riavere mio figlio che è stato portato via nel 2017 dalla famiglia di mio marito: dovrebbe fare la prima elementare e mi piacerebbe portarlo a scuola, ma so che al momento non ci sta andando. Aiuterò anche mia madre a pagare le sue cure mediche, perché purtroppo da quanto è stata aggredita non sta bene”.

Tra i nostri interventi nella zona c’è anche il sostegno psicosociale, indispensabile per aiutare la popolazione a superare i traumi subiti durante il conflitto. Interveniamo inoltre per facilitare l’accesso a servizi medici e legali di quanti hanno subìto violenza sessuale.

Donne libere dalla violenza

Fino ad oggi abbiamo raggiunto oltre 26.450 persone nelle due province della regione del Grand Kasai e gli interventi proseguono per sostenere fette sempre più ampie di popolazione. Guarda cosa facciamo per sostenere i diritti delle donne nel mondo: Donne libere dalla violenza.