Il Covi19 è stato uno spartiacque anche nella scuola. In poco meno di due settimane 9 milioni di studenti si sono ritrovati a casa e tutta l’Italia si è resa conto, d’un tratto, dell’importanza e del ruolo della scuola. Sebbene alcune attività si siano dovute necessariamente interrompere o rimodulare, numerose sono state quelle che, grazie ai partner del progetto OpenSpace, sono proseguite per i ragazzi e gli istituti di Bari, Milano, Palermo e Reggio Calabria.
“Come partenariato del progetto OpenSpace sin da subito abbiamo iniziato a immaginare come trasformare le attività. Alcuni partner hanno deciso di trasformare la propria attività di potenziamento didattico di gruppo in un accompagnamento e sostegno individuale, dei/le ragazzi/e più in difficoltà. Altri hanno invece adottato un approccio diverso, producendo tutorial aperti e facilmente fruibili (nel caso specifico su coding, robotica, fabbricazione digitale) con un semplice smartphone. Approcci diversificati, per lasciare il minor numero di ragazzi/e esclusi, per contribuire agli sforzi che le scuole stanno mettendo in campo per non far perdere troppa strada agli/le allievi/e” afferma Luca Fanelli, Project Manager OpenSpace.
Non si è fermata neppure l’attività Tifa per Te, che aiuta i giovani in abbandono scolastico o a forte rischio di abbandono a riattivarsi e a ri-orientarsi. Anch’essa si è spostata online, con un percorso di costruzione del proprio progetto di vita.
“Tante sono le difficoltà e le sfide: in primo luogo raggiungere coloro che con la crisi sono “scomparsi”, non raggiungibili dalla scuola e dagli educatori; poi il diverso livello di motivazione, strettamente legato all’ambiente familiare; non ultimi, i problemi tecnologici e tecnici, il compito non facile di riadattare la didattica alle nuove modalità. Molte anche le opportunità: la costruzione di legami più stretti educatore- studente, il maggiore coinvolgimento della famiglia, spesso anche una maggiore motivazione allo studio perché molti ragazzi e ragazze, a un tratto, si sono resi conto dell’importanza della scuola” continua Luca Fanelli.
Lo sa bene anche Antonino, 11 anni, che a Palermo frequenta la scuola Borgese XXVII Maggio. A lui abbiamo chiesto come vive questa situazione e cosa gli manca di più della scuola.
“È molto più bello andare a scuole che seguire le lezioni a distanza. Mi mancano molto le amicizie, le professoresse, il divertimento e lo studiare insieme e in compagnia. È tutto un po’ difficile, è brutto stare a casa ma è per il nostro bene. Per fortuna c’è la tecnologia che ci permette di sentirci spesso e di continuare a studiare. Ma non c’è quel divertimento che c’è a scuola. Fare le videochiamate con la prof e con i compagni è molto strano”.
Quando e come le scuole riapriranno è ancora incerto.
“Ciò che è sicuro è che da subito è necessario un guizzo, un impeto, che trasformi la constatazione dell’importanza della scuola in forme concrete per affrontare ancora più efficacemente la povertà educativa – amplificata dalla crisi. La ricetta è creare rapidamente concrete sinergie tra scuola, servizi sociali, terzo settore perché insieme concorrano a questo obiettivo” conclude Luca Fanelli.