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Il 25 settembre 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), da raggiungere entro il 2030. Riguardano molte tematiche essenziali come sconfiggere fame e povertà, garantire il diritto all’istruzione e alla salute, acqua pulita e combattere il cambiamento climatico.
I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sono mirati al raggiungimento di un equilibrio di risorse e opportunità per tutti i paesi del mondo. Entro il 2030, idealmente, la bilancia globale delle aspirazioni e dei diritti del singolo sarà uguale per tutti. Un obiettivo che era già molto ambizioso in partenza e che, dopo un anno di stop mondiale dovuto al Covid-19, si è allontanato un po’ di più sotto molti aspetti, primo tra tutti il punto 4 che prevede l’accesso a un’istruzione equa, inclusiva e di qualità.
L’istruzione è un diritto fondamentale dell’essere umano perché ha un effetto domino sullo sviluppo di un’intera vita. Una persona che ha avuto accesso a una formazione di qualità ha le nozioni necessarie per provare a uscire dalla povertà, per prendere decisioni consapevoli, conoscere i suoi diritti e rispettare quelli degli altri, avere una mente inclusiva nel senso più ampio del termine, e realizzare le proprie aspirazioni.
Ci sono ancora 57milioni di bambini che sono esclusi dalle scuole primarie, e più della metà di questi vive nell’Africa Subsahariana. L’assenza da scuola è nella metà dei casi motivata da conflitti e, tra i 103 milioni di giovani analfabeti, il 60% è di sesso femminile.
L’Obiettivo 4 degli SDG prevede 10 traguardi che coprono molti aspetti: eliminazione della disparità di genere; insegnamento di tematiche essenziali come inclusività, cultura pacifica ed educazione a uno stile di vita sostenibile; aumento delle borse di studio per molti Paesi del mondo per favorire l’accesso a un’istruzione superiore e garantire ai giovani un livello di alfabetizzazione e capacità di calcolo eguale e inclusivo.
Alla fine del 2020 abbiamo raccolto in sette pubblicazioni i risultati delle ricerche effettuate in Kenya, Ghana, Malawi, Mozambico, Nigeria, Tanzania e Uganda riguardo ai problemi correlati all’istruzione.
In Kenya, in particolare, l’accesso all’educazione è migliorato, ma sono ancora 850mila i bambini che non riescono a frequentare la scuola primaria. 8 su 10 di chi frequenta, invece, completa il percorso fino alle medie, che sono concluse da 7 bambini su 10; ma meno della metà di loro inizierà il liceo.
C’è inoltre il problema della qualità dell’istruzione, perché solo il 38% dei bambini che finisce la terza elementare riesce a raggiungere il minimo di capacità di lettura. Il sistema di educazione diseguale si nota anche dalle percentuali legate alle zone più povere della regione, dove più della metà dei bambini non va a scuola. Solo l’11% di loro completa il ciclo della scuola secondaria, a differenza del 70% dei bambini che vivono nelle zone più benestanti.
Il Kenya sta investendo molto sulla scuola. L’ONU raccomanda di indirizzarvi almeno il 15-20% del budget disponibile, e nel 2020 il Kenya ne ha speso intorno al 22%, dando maggior risalto alla scuola primaria nelle aree di alta povertà. Alcune regioni però sono rimaste escluse come Turkana, West Pokot, Tana River e la contea di Samburu. Rispetto alle regioni dell’Africa Subsahariana, il Kenya è anche il Paese che sta distribuendo meglio le risorse tra scuola primaria, secondaria, università e tecniche.
Le famiglie povere soffrono di una mancanza di fondi pubblici, e sono costrette a gestire in autonomia le spese che possono raggiungere anche il 23,6% del bilancio di una famiglia con 4 figli in età scolare. Per questo, spesso, bisogna fare una scelta e si mandano a scuola i maschi, lasciando a casa le femmine.
Per soddisfare l’obiettivo numero 4 il Kenya avrà bisogno di nuovi fondi, in un contesto già molto provato dai debiti esistenti, triplicati negli ultimi due anni, e in una situazione già drammatica sotto altri aspetti. Il Paese soffre da molto tempo la siccità conseguente al surriscaldamento globale, e questo significa che molti bambini sono costretti ad accompagnare le famiglie per i tanti chilometri necessari a raggiungere gli approvvigionamenti d’acqua potabile. Non solo hanno difficoltà ad arrivare a scuola in orario, ma la mancanza di igiene personale spesso li esclude anche dall’essere direttamente ammessi in classe. Dal 2 maggio al 20 di giugno abbiamo attivato la nostra campagna SMS “Dai acqua al suo futuro”, per raccogliere fondi e intervenire nella contea di Isiolo per migliorare i sistemi idrici e garantire l’accesso all’acqua pulita a oltre 5.000 persone, tra cui i bambini che frequentano la scuola primaria locale.
Ci vogliono politiche fiscali più incisive sui grandi capitali e sulle famiglie ricche, che gravino di meno sui poveri della nazione. Con un 5% di tassazione maggiorata, secondo le nostre stime, il Kenya avrebbe a disposizione altri 10 miliardi di dollari entro il 2023. Basandosi sui livelli di spesa attuali, questo si tradurrebbe in 2,1 miliardi di dollari in più all’istruzione: un aiuto vitale per riuscire a rispettare il punto 4 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.