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A un anno dall’inizio della pandemia, la People's Vaccine Alliance lancia l’allarme: mentre la situazione è sempre più critica a causa della scarsità di forniture mediche e ossigeno, nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non è ancora stata somministrata una singola dose di vaccino anti Covid-19, mentre nelle nazioni più ricche si vaccina al ritmo di una persona al secondo.
Proprio le nazioni in cui la campagna vaccinale procede più speditamente – tra cui Stati Uniti, UK e Unione Europea – in questo momento stanno respingendo la mozione, presentata da oltre 100 Paesi in via di sviluppo all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), per richiedere di sospendere i monopoli sui brevetti detenuti dalle grandi società farmaceutiche al fine di aumentare la produzione su larga scala di vaccini sicuri, efficaci e accessibili anche ai Paesi più poveri.
Stati Uniti, UK e Unione Europea hanno respinto la proposta presentata al WTO per eliminare I monopoli delle grandi case farmaceutiche
Sebbene in diversi Paesi poveri sia prevista nei prossimi giorni la prima fornitura di dosi messe a disposizione dal programma Covax dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le quantità non bastano: solo il 3% delle persone delle nazioni interessate sarà vaccinata entro la metà dell'anno e nel migliore dei casi si raggiungerà un quinto della popolazione entro la fine del 2021.
Per questo la People's Vaccine Alliance - un gruppo di organizzazioni che comprende ActionAid, Oxfam, Frontline AIDS, UNAIDS, Global Justice Now e il Centro Yunus – ha lanciato una petizione per chiedere alle nazioni ricche di smettere di proteggere i profitti e i monopoli delle grandi case farmaceutiche a scapito della vita delle persone: oltre un milione di persone hanno sottoscritto l’appello e nella giornata dell’11 marzo numerosi attivisti e attiviste si riuniranno davanti alle sedi delle grandi case farmaceutiche in un’azione globale di protesta.
Diversi sondaggi condotti da YouGov per conto della People’s Vaccine Alliance negli Stati Uniti, in Francia, in Germania e nel Regno Unito hanno rilevato che in media oltre due terzi (69%) degli intervistati ritengono che i Governi dovrebbero assicurarsi che gli sviluppi scientifici e gli avanzamenti sul fronte dei vaccini non restino proprietà esclusiva di pochi giganti farmaceutici ma siano condivisi con tutte le società in grado di occuparsi della produzione, che andrebbero incentivate e sostenute.
Il direttore esecutivo di Oxfam International, Gabriela Bucher, ha dichiarato: "In tutto il mondo, due milioni e mezzo di vite sono già state spezzate a causa di questa malattia atroce e troppi Paesi stanno combattendo senza disporre di cure mediche adeguate e senza vaccini. Lasciando nelle mani di un ristretto gruppo di aziende farmaceutiche la sopravvivenza di tantissime persone, le nazioni più abbienti stanno prolungando questa emergenza sanitaria globale senza precedenti e mettendo in pericolo innumerevoli vite. In questo momento cruciale, i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di essere sostenuti, non dimenticati”.
La People's Vaccine Alliance ha inoltre sottolineato come in Sud Africa, Malawi e in altre nazioni africane la storia rischi tragicamente di ripetersi: milioni di persone sono morte all'inizio degli anni 2000 perché le case farmaceutiche monopoliste avevano stabilito un costo troppo alto per le cure contro l'HIV / AIDS, che superava i 10.000 dollari all'anno.
Lois Chingandu, attivista e dirigente di Frontline AIDS, ha dichiarato: “Qui in Zimbabwe ho perso molti cari amici, guardandoli lottare per respirare nei loro ultimi momenti. Mi sembra una crudele ironia della sorte vedere attivisti che hanno combattuto instancabilmente per ottenere medicine gratuite contro l'HIV/AIDS ora uccisi dal COVID-19 perché, ancora una volta, i profitti farmaceutici vengono messi davanti alla vita delle persone".
L’eliminazione dei monopoli delle grandi case farmaceutiche rese possibile la produzione in larga scala di cure efficaci a basso costo per le persone affette da HIV/AIDS: oggi milioni di persone sono vive grazie a questo.
Il 10 e 11 marzo oltre 100 Paesi in via di sviluppo - Sud Africa e India in testa - presenteranno nuovamente una mozione al WTO per chiedere la rimozione dell’accordo TRIPs, che tutela la proprietà intellettuale relativa al commercio: ciò consentirebbe di abbattere le barriere legali che impediscono a diversi Paesi di mettere i vaccini in produzione, proteggere la propria popolazione e – al contempo - rilanciare la propria economia.
Il premio Nobel Professor Muhammad Yunus, tra I promotori della People's Vaccine Alliance, ha dichiarato: "È nell’interesse di tutti che ogni uomo e ogni donna riceva cure mediche e vaccini, non si tratta solamente di un atto di solidarietà. Ora è il momento di agire, non si torna indietro. È del tutto ingiusto che i Paesi più ricchi, che hanno abbastanza vaccini per proteggere i loro cittadini, stiano bloccando la rimozione dell’accordo TRIPs, che potrebbe aiutare i Paesi più poveri a ottenere i vaccini di cui hanno bisogno”.
Nonostante le principali società produttrici di vaccini abbiano ricevuto sussidi pubblici per miliardi di dollari, al momento sono le grandi società farmaceutiche a detenere il monopolio sui brevetti per la produzione dei vaccini, nonché il controllo su tutti i profitti. Finché non sarà consentito l’accesso alla tecnologia e al know-how, nessuno dei soggetti qualificati a produrre vaccini in tutto il mondo sarà in grado di avviare la produzione.
Suhaib Siddiqi, Ex Direttore del comparto chimico di Moderna, la società che ha sviluppato uno dei primi vaccini approvati, ha affermato che con la sospensione del monopolio e la condivisione dei brevetti affiancata da una consulenza tecnica, un’azienda qualificata potrebbe essere in grado di produrre vaccini nel giro di massimo di tre o quattro mesi.
La Francia sta progettando di espandere la produzione nei Paesi in via di sviluppo e gli Stati Uniti si sono mossi sul fronte interno, ma finora entrambi i Paesi stanno continuando a difendere i monopoli delle società farmaceutiche.
Per controllare il virus è necessario produrre dosi sufficienti di vaccini per tutte le diverse aree geografiche, a prezzi convenienti, con una distribuzione globale e possibilmente gratuita per le comunità locali. In questo momento stiamo fallendo su tutti e quattro i fronti.
Winnie Byanyima, Direttore Esecutivo di UNAIDS, ha dichiarato: "In mezzo a così tanto altruismo, sacrificio ed eroismo, la People’s Vaccine Alliance denuncia l'ipocrisia, la miopia, la mancanza di solidarietà che concorre a indebolire gli sforzi per controllare il virus nei diversi Paesi. Solo una reale mobilitazione globale del sistema di produzione di vaccini volta ad aumentare rapidamente il numero totale di dosi a basso costo disponibili potrà permetterci di vincere la sfida contro il Coronavirus".
Nick Dearden, Direttore di Global Justice Now, conclude: "A un anno dall'inizio della pandemia, è imbarazzante che le aziende siano inattive e impossibilitate a produrre vaccini anti Covid-19 perché i Paesi ricchi stanno dando la priorità ai brevetti delle aziende farmaceutiche piuttosto che alle vite umane”.