Il Vertice, conclusosi a Lucca l’11 aprile, ha ignorato i temi dello sviluppo per concentrarsi sulle crisi politiche più urgenti.
Nel comunicato finale dei Ministri degli Esteri del G7 si fa riferimento al potere dei governi africani e alla loro crescita, ma non c’è alcun cenno a misure concrete per contrastare la povertà. Scarso o quasi nullo è anche lo spazio dedicato alle crisi alimentari che colpiscono diversi Paesi in condizioni di estrema indigenza, soprattutto in Africa.
Anche il contrasto alla violenza sulle donne, il nuovo Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030, sembra essere scomparso dalla riunione dei Ministri degli Esteri del G7. Insufficiente e limitato è, inoltre, l’approccio al tema delle migrazioni, che sono menzionate solo con riferimento al traffico di essere umani, al terrorismo internazionale e al controllo delle frontiere.
“I governi si sono impegnati a promuovere in modo prioritario l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne e dei loro figli. Una dichiarazione apprezzabile e in linea con la nuova Agenda Onu per lo Sviluppo Sostenibile. Questo impegno non può tuttavia far dimenticare la completa assenza di ogni riferimento al contrasto alla povertà che minaccia Paesi come Sud Sudan, Yemen, Somalia e Nigeria, dove le crisi alimentari mettono a rischio la sopravvivenza di milioni di persone” - dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia - “Se conflitti come quelli in Siria, Libia e Ucraina richiedono risposte immediate, ignorare del tutto lo sviluppo e la lotta contro la povertà si traduce in una rinuncia ad affrontare le cause più profonde che sono spesso all’origine delle crisi”.
In merito alla crisi siriana, ActionAid si è unito all’appello lanciato da GCAP Italia (Coalizione Italiana contro la Povertà) per chiedere ai Paesi G7 di agire immediatamente per garantire che gli oltre 640 mila sfollati interni in Siria possano ricevere gli aiuti di cui hanno bisogno e per accogliere una parte dei 5 milioni di uomini, donne e bambini siriani rifugiati, oggi ospitati nei Paesi limitrofi al conflitto. La sicurezza e la lotta al terrorismo non possono essere una scusa per chiudere le porte e negare accoglienza a chi fugge da guerra e povertà estrema.
Al G7 spetta il compito di sostenere lo sviluppo sociale, economico e umano di Paesi come la Libia, contribuendo ai loro processi di democratizzazione. Stringere accordi con questi Paesi deve avere come obiettivo principale la creazione di politiche di sviluppo, senza porre alcuna condizionalità rispetto al rientro dei migranti.