L’Italia è al primo posto per numero di NEET, giovani che non studiano e non lavorano. Un primato triste. Con Lavoro di Squadra ci impegniamo per cambiare le cose.
In Italia due milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non lavorano e non studiano. Sono i NEET, per i quali il nostro Paese si riserva il primato all’interno dell’Unione europea.
L’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dal COVID-19 ha acuito ulteriormente il disagio di questi giovani, mentre diventa sempre più urgente trovare risposte al problema.
Il progetto
All’interno di Lavoro di Squadra, il progetto che coinvolge i NEET in un percorso di riattivazione volto al reinserimento formativo e lavorativo, è nata la mostra fotografica “Cosa ho e apprezzo, cosa mi manca: il futuro che mi immagino”, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia.
L’esposizione, curata da Camilla Cerea, sarà visitabile online dal 25 febbraio al 25 marzo.
“Questo progetto è stato un modo per mettermi in gioco. Oltre vedere gli altri che si danno da fare, vorrei fare qualcosa anche io, nel senso che non voglio stare con le mani in mano, voglio andare avanti con la mia vita. Il corso che ho preferito è quello di fotografia, mi è piaciuto mettere in foto tutti i pensieri e le mie emozioni” afferma Claudia, una delle partecipanti a Lavoro di Squadra.
Raccontarsi con la fotografia
I protagonisti sono 11 giovani che attraverso le fotografie si raccontano e mostrano la profondità nell’osservazione della realtà, la malinconia nel pensare a ciò che più manca e la passione nell'immaginare il futuro. L'energia e la speranza per un futuro migliore cercano di scacciare la negatività che ha contraddistinto quest'ultimo periodo, senza dimenticare gli insegnamenti tratti dall’esperienza della pandemia.
“ActionAid ha iniziato nel 2014 a lavorare con ragazze e ragazzi NEET e nel tempo abbiamo potuto osservare come il fenomeno non si sia mai arrestato. Oltre alla messa in rete di opportunità e competenze in questi anni abbiamo cercato di migliorare le modalità di intercettazione e di coinvolgimento dei NEET, una fase in generale molto complicata poiché spesso molti giovani rimangono “invisibili”. In questa edizione, svolta interamente online, abbiamo introdotto la fotografia, un’attività che è piaciuta molto e ha permesso ai partecipanti di sviluppare competenze trasversali come la progettazione e il sapere lavorare in team per un obiettivo comune” dichiara Chiara Parapini, project manager ActionAid.
“Il sostegno a Lavoro di Squadra conferma l’impegno di Zurich a fianco di ActionAid con iniziative mirate e concrete sul territorio, a supporto delle comunità” commenta Federica Troya, Head of HR and Services, Zurich Italia. “In questa iniziativa, i valori di diversity e inclusion che guidano il percorso professionale dei nostri dipendenti vengono messi al servizio dei più giovani: ad oggi circa 100 colleghi nei vari cicli hanno attivamente collaborato come mentori, allenatori, formatori, per orientare i ragazzi verso nuovi percorsi di studio e/o di lavoro”.
I risultati del progetto
Lavoro di Squadra è realizzato da noi di ActionAid con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Fondazione Human Age Institute, A&I cooperativa sociale e Istituto Italiano di Fotografia. L’approccio si basa sul protagonismo giovanile, per consentire ai ragazzi e alle ragazze di essere attivamente coinvolti nella definizione e costruzione del proprio progetto di vita. Il percorso, ormai giunto alla sua terza edizione, punta all’inclusività di ragazzi e ragazze che vivono situazioni di fragilità e vulnerabilità, di natura economico-sociale, familiare e relazionale. Questa edizione ha presentato alcune novità, necessarie per rispondere al nuovo scenario economico, lavorativo e sociale causato dal COVID-19: sono stati dati in dotazione ai partecipanti tablet con connessione internet ed è stata inoltre svolta un’attività di alfabetizzazione digitale.
Nonostante le difficoltà date dalla distanza, il livello di partecipazione è stato ottimo e i ragazzi e le ragazze hanno mostrato una grande motivazione e sono stati attivamente coinvolti nella definizione e nella costruzione consapevole del proprio progetto di vita.
Complessivamente, in questi tre anni sono stati intercettati più di 200 giovani, principalmente del Municipio 9. Il 58% ha deciso di iniziare il percorso e tra questi il 79% lo ha concluso riprendendo gli studi, trovando un lavoro o iniziando corsi di formazione o tirocini in aziende.