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È scesa sul campo della Ludoteca Cittadina, nel Rione Sanità, Eleonora Goldoni, centrocampista e capitana del Napoli Calcio Femminile.
Nei giorni scorsi ha partecipato a una sessione del torneo di calcio che vede coinvolti oltre cento ragazzi e ragazze provenienti da diversi quartieri di Napoli.
La giornata è stata anche occasione per un confronto fra Eleonora e i partecipanti: la capitana della squadra partenopea ha raccontato la sua storia, risposto alle domande e curiosità prima di partecipare al riscaldamento pre-gara e alle sessioni Football3 nel ruolo di mediatrice.
Il torneo si basa infatti sulla metodologia Football3, fondata sul fair play e l’inclusione, che stimola i partecipanti ad autorganizzarsi. Prima della partita, guidati da un mediatore di comunità, i ragazzi e le ragazze stabiliscono le regole, con l’obiettivo di coinvolgere in ugual misura tutti i partecipanti nella partita e sviluppare competenze basate su valori come il rispetto per l’altro, la solidarietà, la lealtà, il fair play. Vince chi ottiene più punti in base alle regole seguite, non in base al numero dei gol segnati.
“Mi ha emozionato vedere tante ragazze e tanti ragazzi che provengono da contesti diversi stare insieme, legati dalla loro passione per il calcio. É da esempio e ispirazione per me vedere come una volta che gli vengono dati gli strumenti per organizzarsi e gestirsi da soli, lo facciano con grande lealtà, rispetto reciproco e amicizia. Oggi ho provato a portare loro un po’ della mia esperienza da calciatrice e trasferire l’amore per la vita e per questo sport, ma alla fine della giornata sono loro ad aver riempito il mio cuore e avermi insegnato tanto” afferma Eleonora Goldoni.
Il torneo, che si svolge tra Scampia e Castel Volturno, passando per Bagnoli e il Rione Sanità, è un’attività centrale del progetto “Dialect - Sconfiggere la polarizzazione: costruire comunità fondate sul rispetto reciproco attraverso il calcio” che a sua volta coinvolge 500 giovani di quattro paesi europei - Italia, Grecia, Serbia e Ungheria - usando il calcio come strumento per promuovere la costruzione di comunità inclusive e combattere l'intolleranza e la xenofobia. In Italia Dialect copre l’intera area metropolitana di Napoli, con la partecipazione di sette differenti realtà associative e di 150 adolescenti, dal background migratorio e non.
“Il torneo di calcio va oltre l’esperienza sportiva perché ha l’obiettivo di mettere a confronto ragazze e ragazzi con background etnici e sociali estremamente differenti, e di stimolare tra loro il confronto-scambio, avendo come pretesto il calcio. In questa particolare fase storica che stiamo vivendo è fondamentale individuare nuove opportunità di crescita individuale e collettiva per i giovani. Lo sport è una di queste, e il lavoro dei mesi scorsi, culminato nell’organizzazione di un torneo metropolitano, ci sembra stia dando buone risposte in tal senso evidenziando come il calcio possa essere uno spazio dove tornare a costruire il senso di comunità e uno strumento per prevenire e contrastare gli episodi di xenofobia e razzismo” afferma Daniela Capalbo, Project Manager DIALECT per noi di ActionAid Italia.