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Il 21 novembre, giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, durante l’evento online, dal titolo “I diritti mancati di una generazione sospesa tra sogni e incertezze”, il Gruppo CRC (Convention on the Rights of the Child) ha pubblicato il 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia. Da quest’anno, noi di ActionAid, siamo entrati a far parte del gruppo di lavoro, in particolare contribuendo su tematiche quali violenza, partecipazione, contrasto alla dispersione scolastica e cittadinanza.
L’evento nello specifico aveva come obbiettivo quello di creare un momento di dialogo che coinvolgesse i diversi livelli di governance protagonisti delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Sono state numerose le testimonianze riportate dagli operatori e dalle operatrici delle associazioni e delle realtà che fanno parte del Gruppo CRC. È stato essenziale ascoltare le voci di coloro che, ogni giorno, da differenti contesti e territori, lavorano con e per i ragazzi e le ragazze.
Il 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia – 13° Rapporto CRC, è stato redatto nel corso di questi ultimi mesi dalle oltre 100 associazioni facenti parte del Gruppo CRC.
Questo documento innanzitutto presenta un quadro completo di tutti i diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), raggruppandoli in 10 capitoli e 46 paragrafi.
Dall’analisi proposta nel Rapporto emerge quanto sia di cruciale importanza fornire delle risposte adeguate uscendo dalla logica degli interventi per singoli settori, avviando invece un processo sinergico in grado di promuovere il benessere complessivo dei minori che vivono nel nostro Paese.
Da un lato, la situazione attuale in Italia ritrae una quotidianità in cui ragazze e ragazzi esprimono in modi diversi un malessere diffuso che tocca tutte le sfere esistenziali e che coinvolge le diverse fasce d’età. Senza subbio, crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia, guerre non fanno altro che creare malessere e rendere il futuro sempre più incerto e precario.
Dall’altro lato, resta viva in molti bambini e ragazzi, sia la consapevolezza delle sfide e degli ostacoli che il mondo sta attraversando, sia la forte volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontarle. Su questo aspetto si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro.
Il COVID ha causato la disgregazione dei luoghi di incontro e ha portato molti giovani e giovanissimi a chiudersi in sé stessi, spesso ricorrendo ad un eccessivo utilizzo dei social media. Inoltre, in molte delle città italiane mancano anche punti di riferimento locali, luoghi di aggregazione aperti, spazi gioco, contesti di socializzazione occasionali e liberi come piazze e cortili.
È dunque essenziale e doveroso che gli adulti si assumano le proprie responsabilità e riconoscano le lacune del sistema attuale in modo da avviare un ripensamento delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza che coinvolga l’intera comunità educante e che sia sostenibile nel lungo periodo.
Solo ascoltando le ragazze e i ragazzi e promuovendo il loro protagonismo, tenendo conto dei loro bisogni e della loro opinione, potremo vedere la piena attuazione dei loro diritti.
Il Gruppo CRC, facendo leva anche sul prossimo appuntamento con il Comitato ONU, vuole portare l’attenzione delle istituzioni sulle problematicità di questo sistema, valorizzando i punti di forza emersi delle molteplici esperienze condotte a livello territoriale, per avviare un cambiamento sistematico che veda tutti gli attori protagonisti farsi carico delle esigenze di una generazione sospesa tra sogni e incertezze.